Meditazioni per un anno – 332° giorno – SPERANZA (VIRTÙ TEOLOGALE)
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Che cos’è la speranza? “E‘ la virtù teologale per la quale desideriamo il Regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto dello Spirito Santo” (Catech. della Chiesa, 1816). Senza speranza non c’è salvezza eterna. “Spento il sereno fior della speranza, / che rimena la stanca anima a Dio, / quello che al mondo avanza / è notte sconsolata e freddo oblìo” (Zanella).
Ma “noi teniamo viva la nostra speranza” (Rom. 15,4). “Cristo è la nostra speranza!” (1 Timoteo 1,1). Il Vangelo afferma: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Giov. 3,16). “La vostra ricompensa è grande nei cieli” (Luca 6,23).
Giovanni Paolo II, a Manila (Filippine), nella giornata mondiale della gioventù, davanti a una folla oceanica di oltre 5 milioni di persone, ha esclamato: “La Chiesa vi affida il compito di gridare al mondo la gioia che scaturisce dall’avere incontrato Cristo. Accogliete il suo invito a seguirlo con la felicità del cuore e diventerete comunicatori di speranza in un mondo non di rado tentato dalla disperazione, comunicatori di fede in una società che sembra talora rassegnarsi all’incredulità, comunicatori di amore fra avvenimenti quotidiani spesso scanditi dalla logica del più sfrenato egoismo” (14-1-1995).
“La speranza non delude” (Rom. 5,5): Dio è fedele alle sue promesse e ci ripete: “Tu saprai che io sono il Signore e che non saranno delusi quanti sperano in Me” (Isaia 49,23). Nei peccati, non disperarti: “Io perdonerò la tua iniquità” (Ger. 31,34). “Io sono la misericordia!” Per i vostri morti, non dovete “affliggervi come gli altri che non hanno speranza” (1 lessai. 4,13). “Noi ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio” (Rom. 5,2).
Recita ogni giorno l’Atto di speranza: “Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che io debbo e voglio fare. Signore che io non resti confuso in eterno”. Sarete lieti, “forti nella tribolazione”, “nell’attesa della beata speranza” (Rom. 12,12; Tito 2,13).
P. Crispino Lanzi
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