Meditazioni per un anno – 317° giorno
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LA MORTE È LA SOGLIA
VERSO L’ETERNITÀ
La morte non è la fine, ma è la frontiera tra il presente e l’eterno. È un salto nell’oceano dell’amore di Dio e della gioia. La morte è l’ora in cui, condotti per mano da Gesù e da Maria, varcheremo la soglia per entrare nella nostra casa. Lo Spirito S. ci ricorda: “Non abbiamo qui una città in cui rimanere per sempre, ma siamo in cammino verso la nostra dimora futura” (Ebrei 13, 1). “Finché abitiamo in questo corpo siamo esuli, lontani dal Signore” (2 Corinzi 5,6).
Gesù ci assicura: “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore… Vado a prepararvi un posto” (Gv 14,2). Entreremo in possesso del Regno di gioia che Gesù ci ha promesso: “Voi siete tra quelli che avete perseverato con me nelle prove; e io do a voi, come il Padre ha dato a me, un Regno, affinchè possiate mangiare e bere alla mia tavola (vale a dire essere completamente felici) nel mio Regno” (Luca 22,28-30).
La morte ci introdurrà nella casa del Padre se fin da ora viviamo con la mente e con il cuore protesi ai Cieli nuovi. Guai a noi se teniamo la mente e il cuore rivolti a Satana o alle passioni disordinate o all’eccessiva preoccupazione per gl’interessi terreni. Gesù chiama “stolto”, “pazzo” quell’uomo ricco che aveva pensato solo a lavorare e ad arricchirsi. È pure “pazzo” chi obbedisce al maligno e alle passioni sregolate poiché così cammina verso la casa di satana e verso il regno della disperazione eterna.
Riflettiamo con l’Imitazione di Cristo: “Ben presto finirà la nostra vita. Oh, stoltezza e durezza del cuore umano che pensa solo al presente! In ogni azione e pensiero dovremmo comportarci come se fossimo alla vigilia della morte” (Libro 1, 23).
Meditiamo le parole di S. Teresa di Gesù Bambino: “Ancora un poco e l’anima mia lascerà la terra. Finirà l’esilio. Finirà il combattimento. Salgo al cielo! Raggiungo la patria, riporto vittoria! Entro nel soggiorno degli eletti, vedo bellezze che occhio umano non vide mai; odo armonie che orecchio non udì mai, gusto gioie che il cuore non ha mai sperimentato. Domani o fra un’ora saremo in porto; quale felicità!” (Slogans dell’anima, ed. Paol.).
P. Crispino Lanzi
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