Meditazioni per un anno – 309° giorno – BEATI I POVERI IN SPIRITO PERCHE’ DI ESSI E’ IL REGNO DEI CIELI
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Questa prima beatitudine, considerata in senso largo, è il compendio di tutte le Beatitudini. Ed esige il tuo esodo. Esci da te stesso, dal tuo egoismo, dalla schiavitù dei tuoi sensi, spezza i tuoi idoli: attaccamento al denaro, al sesso, all’edonismo, ecc. E la tua anima, libera da vincoli terreni, volerà sempre più in alto nell’amore a Gesù.
Questa beatitudine, presa in senso stretto, significa il distacco dai beni terreni e l’uso di questi beni secondo la volontà di Dio, cioè per le necessità tue e della tua famiglia; e il resto lo userai per i poveri, per i bisognosi, destinandolo in opere di carità, in lavoro per i disoccupati, ecc… Paolo VIscrive: “Nessuno è autorizzato a conservare per suo uso esclusivo ciò che supera i suoi bisogni, quando gli altri mancano del necessario” (Lettera al Card. Roy).
Impariamo la povertà da Maria Vergine, la quale, dopo Gesù, è la prima dei poveri e degli umili. E fu maestra di povertà anche a Gesù. Lagrange afferma che Gesù ha imparato in due momenti a essere povero: a) nell’eternità, dal Padre, b) nel tempo, dalla Madre. E il suo cantico, il Magnificat,è un altissimo ringraziamento a Dio, che adempie le sue promesse premiando la povertà dei suoi seguaci e arricchendo coloro che lo temono e lo amano.
Impariamo la povertà da Gesù, il quale, di se stesso, ha potuto dire: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (Lc 9,58). S. Paolocosì ce lo presenta: “Da ricco che era si è fatto povero per voi perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Corinzi 8,9): nasce nello squallore di una stalla; è deposto in una mangiatoia di animali; vive in una casa poverissima; attende ad un umile lavoro; muore spoglio di tutto sulla nuda croce.
S. Paolo ci dice: “Non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. Quando, dunque, abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo”. E impegniamoci “a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza” (1 Tim. 6,7 s.; Tito 2,12 s.).
P. Crispino Lanzi
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