Meditazioni per un anno – 3 settembre – 34° giorno
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DIO È PADRE E MADRE
1 – Dio è Padre. Chiamiamo Dio col nome di Padre per mettere in risalto che Egli è all’origine dell’universo, che la sua autorità è sopra ogni cosa e che ha una grande bontà, amore e tenerezza verso tutti.Nessuno è padre quanto lo è Dio: è Padre nel ciclo perché fin dall’eternità ha generato il Verbo, suo Figlio unigenito, generato dal Padre prima di tutti i secoli; ed è Padre anche sulla terra perché ogni cosa e tutti i viventi sono sue creature.
2 – Dio è anche Madre. Belle le parole di Papa Luciani: “Dio è madre. Noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo che ha sempre gli occhi aperti su di noi anche quando sembra ci sia notte, è papa, più ancora, madre” (i 1-9-78). Non ci si meravigli: Dio non è né uomo né donna; è al di sopra della umana paternità e maternità e ha creato l’amore che è nel cuore di tutti i papa e di tutte le mamme, perciò Lui, l’amore lo possiede all’infinito. Quindi nessuno è mamma e padre come lo è Dio.
La maternità esprime meglio l’intimità e la tenerezza che Dio ha verso di noi. Ecco alcune espressioni bibliche: “Si dimentica forse una donna del suo bambino così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (baia 49,15s.). “Come una madre consola suo figlio così io consolerò voi” (baia 66,1). “Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me. Ad Efraim (mio popolo) insegnavo a camminare tenendolo per mano … Io li traevo con legami di bontà, con vincoli di amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia” (Osca il, 1-4).
3 – Confida sempre nella squisita tenerezza paterna e materna del Signore – ti dice Armida Barelli – “nelle ore liete per non prevaricare, nelle ore tristi per non soccombere, nelle difficoltà per superarle, nelle prove per valorizzarle, nel lavoro per compierlo soprannaturalmente, nella scelta dello stato per fare la volontà di Dio, in ogni contingenza della vita per vivere sempre in grazia ed essere in grazia nell’ora della morte che sarà dolce sul suo Cuore”.
Fra Crispino Lanzi
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