Meditazioni per un anno – 299° giorno
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2° COMANDAMENTO
“NON PRONUNCERAI INVANO
IL NOME DEL DIO”
Questo Comandamento ci prescrive soprattutto i seguenti doveri: Non nominare inutilmente il nome del Signore, ma rispettalo, sii fedele alle promesse fatte nel nome di Dio, non giurerai se non per necessità e giurerai soltanto la verità.
Non bestemmiare né Dio, né i Santi, né la Chiesa, né le cose sacre. La bestemmia è il peccato più grande perché, mentre con gli altri peccati offendiamo Dio indirettamente, con la bestemmia lo offendiamo direttamente, ci avventiamo faccia a faccia contro di Lui. S. Tommaso afferma: “E’ il più grande tra tutti i peccati”. S. Girolamo esclama: “Nessun peccato è più orribile della bestemmia”.
Javhè prescriveva per i bestemmiatori la morte mediante lapidazione (cf. Giov. 8,59; 10,31). E’ una bestialità, come dice il nome stesso. Rende l’uomo simile alla bestia dell’Apocalisse: “La bestia… aprì la bocca in bestemmie contro Dio, e bestemmiava il suo nome e il suo tabernacolo e coloro che abitano nei cieli” (Apoc. 13,6).
E’ una espressione diabolica. I diavoli esprimono la loro mostruosa ribellione a Dio con la bestemmia, come dice la Bibbia e come avviene negli esorcismi. Il bestemmiatore presta la sua lingua a satana, a tutti i diavoli e a tutti i dannati perché possano così vomitare le più orribili ingiurie contro Gesù.
Pregare! Pregare! Le labbra, insieme al cuore, siano usate per la preghiera! Pregare nei momenti particolari: mattino, sera, prima e dopo i pasti; recitare le lodi e vespro, l’Angelo del Signore; pregare (specialmente per mezzo delle giaculatorie) durante l’intera giornata.
Imitiamo il fervore dei cristiani dei tempi di S. Basilio nella Cappadocia (Turchia). Essi, dopo aver tanto pregato nella giornata, pregavano anche di notte nelle case e nelle chiese, come afferma questo Santo: “Presso di noi il popolo si alza di notte per recarsi alla casa della preghiera e trascorre la notte alternando salmi e preghiere” (Epist. 207). “I salmi nelle chiese rimbombavano come tuoni. Si udivano risuonare anche nelle case e nelle piazze” (In Psalmum).
P. Crispino Lanzi
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