Meditazioni per un anno – 27 dicembre – 138° giorno
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EUCARESTIA.
L’ESEMPIO DI S. CHIARA
S. Chiara d’Assisi ebbe una straordinaria devozione all’Eucarestia. L’arte la rappresenta con l’ostensorio in mano. La caratteristica della spiritualità di S. Chiara (come quella di S. Francesco, suo grande maestro di santità), non è la povertà, sebbene sia stata estremamente povera, ma è il suo appassionato e infuocato amore a Gesù Crocifisso e Sacramentato. Chiara, con il suo infuocato amore all’Eucarestia, ha risolto meravigliosamente i più assillanti problemi:
a) A 18 anni, dopo la drammatica fuga nella notte per recarsi alla chiesetta della Porziuncola, dove S. Francesco l’ha consacrata a Gesù, allorché suo padre e i parenti vanno per riportarla a casa con la forza, lei corre in chiesa e si aggrappa all’altare, prega con fervore e ottiene vittoria.
b) Nella sua lunga malattia trova conforto e gioia nella continua preghiera a Gesù Sacramentato: lo riceve nella Comunione con tante lacrime di amore, e tesse e ricama molti corporali per donarli alle Chiese povere. Con tanta felicità, in una notte di Natale, vede, contempla, dal suo giaciglio, la liturgia che si svolge nella Basilica di S. Francesco.
c) Quando lo zio Monaldo e 12 suoi sgherri si precipitano per riportare a casa la sorella Agnese di 15 anni, fuggita per seguire Chiara, e l’afferrano per le mani e i piedi e la percuotono, Chiara corre nella chiesa e, prostrata davanti all’Eucarestia, prega con tanto fervore che ottiene il prodigio: Agnese diventa pesantissima, non riescono a spostarla e sono costretti a lasciarla in monastero.
d) Quando i Maomettani assalgono il monastero per oltraggiare le suore e occupare Assisi, lei va, stringe fra le mani e alza l’ostensorio in cui è presente Gesù Sacramentato, lo prega con fede, con amore e con tante lacrime, e subito “l’audacia di quei cani è presa da spavento, e, abbandonando in tutta fretta i muri che avevano scalati, furono sgominati dalla forza di colei che pregava” (F. f. n. 3202).
Cari giovani e adulti, l’esempio di S. Chiara ci assicura che sono vere quelle parole di un poeta: “Nulla è più forte di un povero giovane, / di un povero giovane mortale / che si incatena all’altare!”.
P. Crispino Lanzi
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