Meditazioni per un anno – 261° giorno
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CONVERSIONE MORALE
L’ESEMPIO DI S. AGOSTINO
La vita di S. Agostino è un esempio classico di conversione che Paolo VI definiva: “Una miniera sempre viva, una fontana sempre zampillante di chi cerca Dio e lo trova e non lo abbandona più”.
Nasce a Tegaste, nell’attuale Algeria, nel 354. La mamma lo educa cristianamente. Ben presto si perverte. Scrive: “Precipitavo con tanta celerità che, tra i miei coetanei, mi vergognavo di essere meno canaglia… Io non ti amavo (o Dio) e mi allontanavo in altri amori lontano da Te”.
Diventa manicheo, donnaiuolo, immorale, vive da concubino con la mamma del suo figlio per ben 14 anni. Questa torna in Africa e fa voto di castità. Lui convive per due anni con un’altra donna giovanissima. Stabilitosi a Milano, va per curiosità ad ascoltare la predicatone di S. Ambrogio. Riflette. Medita.
Conversa con un Sacerdote pio e dotto, Simpliciano; parla con il convertito Ponticiano che gli porta l’esempio di S. Antonio, di alcuni militari convertiti e diventati monaci e di altre anime sante. “Allora – scrive – mi precipitai da Alipio esclamando: Cosa facciamo? Sorgono gli indotti e rapiscono il cielo, mentre noi ci avvoltoliamo nella carne e nel sangue. Mi ritirai nel giardino; Alipio mi venne dietro. Mi strappai i capelli, mi percossi la fronte … Esitavo a morire alla morte e a vivere alla vita”.
Poi esclama: “Se questi e queste si sono convcrtiti, perché non lo laccio anch’io?” E scoppia in una tempesta di lacrime (cf. Confessioni, vili). E nel giardino annesso alla casa, all’improvviso, ecco una voce simile a quella di un fanciullo che canta e ripete: “Prendi, leggi! Prendi, leggi!”
Prende il libro delle lettere di S. Paolo, l’apre a caso, legge: “Comportiamoci onestamente come in pieno giorno. Non in gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri!” (Rom. 13,13-14). “In quel momento ci fu come una luce eli sicurezza che si riversò nel mio cuore e tutte le tenebre delle esitazioni SÌ dissiparono” (Confessioni).
Si converte alla fede e poi si consacra al Signore; diventa un santo Sacerdote, un Vescovo zelante e il sommo Dottore della Chiesa. Esempio stupendo! E io che attendo a convertirmi?
P. Crispino Lanzi
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