Meditazioni per un anno – 256° giorno
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MISERICORDIA. PROCLAMATE L’AMORE
MISERICORDIOSO DI GESÙ!
Gesù, prima di salire al ciclo, ci ha dato questo gioioso comando: “Mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra” (Atti 1,8). Dobbiamo “rendere testimonianza alla Misericordia di Dio sulle orme della Tradizione e soprattutto dello stesso Gesù Cristo” (Enc. “Divesinmiser”).
Annunciamo a tutti l’amore misericordioso di Dio! Gesù ci ha dato l’esempio. Toccano il cuore quelle sue parole: “Io sono il buon Pastore” (Giov. 10,11.14). Egli è in continua ricerca delle a-nime che si sono smarrite nei dèdali del peccato, raffigurate nella pecorella smarrita della parabola (cf. Luca 15) e che Gesù, dopo averla ritrovata, colmo di gioia, se la carica sulle spalle e la riporta all’ovile.
Viviamo e proclamiamo la divina Misericordia! S. Paolo esclama: “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo: per la sua grazia, infatti, siete stati salvati” (Efes. 2,4-6).
S. Teresa di Gesù Bambino scrive: “Se fossi peccatrice come la Maddalena e la Samaritana, quando anche avessi nella coscienza tutti i delitti che si possono commettere, non perderei nulla della mia confidenza; col cuore spezzato dal dolore, andrei a gettarmi tra le braccia del mio Gesù”.
S. Paolo della Croce ha questa frase incoraggiante: “Quando provate qualche sentimento di diffidenza, pensate che tutte le vostre mancanze, poste in confronto della divina bontà misericordiosa, sono meno che un filo di stoppa gettato in un mare di fuoco”.
Esempio. P. Matteo Crawley racconta che il Signore, apparendo un giorno a una suora, le mostrava le sue miserie. Essa ne fu spaventata. “Perché hai paura?”, le chiese Gesù. “Sono proprio uno straccio!”, esclama lei. “E Io”, soggiunge Gesù, “sono il cenciaiolo. Rendimi con fiducia i tuoi stracci; contraccambierò con misericordia”.
“Tu non puoi cadere tanto in basso col tuo peccato, da non trovare Cristo ancora più in basso per riparare la tua caduta e rialzarti” (Balthasar).
P. Crispino Lanzi
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