Meditazioni per un anno – 235° giorno
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IL PECCATO GRAVE E’ UN DEICIDIO
II peccato grave è una terribile ribellione a Dio, ed è diventato tragedia nel paradiso celeste e disastro nel paradiso terrestre.
Il peccato grave è un deicidio. Concetto espresso in maniera drammatica dal filosofo tedesco Nietsche: “Un uomo pazzo, in pieno mattino, accesa una lampada si recò al mercato e cominciò a gridare: Cerco Dio! Cerco Dio! Siccome nella piazza si trovavano molti uomini non credenti in Dio, egli suscitò in loro una grande ilarità. Uno disse: Lo hai forse perduto? E un altro: Si è smarrito come un fanciullo? Un terzo: Si è nascosto in qualche luogo? Così gridavano ridendo tra di loro. L’uomo pazzo, fulminandoli con lo sguardo, gridò: Che ne è di Dio?
Io ve lo dirò. Noi l’abbiamo ucciso: io e voi! Noi siamo i suoi assassini! Ma come potemmo farlo? Dove andiamo noi lontano da ogni sole? Noi andiamo forse errando in un infinito nulla? Non fa sempre più freddo?… Dio è morto e noi l’abbiamo ucciso! Come troveremo pace, noi gli assassini peggiori di ogni altro assassino?
A questo punto l’uomo pazzo tacque e fissò nuovamente i suoi ascoltatori: anch’essi tacquero e lo guardavano stupiti. Poi gettò a terra la sua lanterna che andò a pezzi spegnendosi” (Nietsche, La gaia scienza).
Non si poteva descrivere meglio il delitto e il tormento di un uomo che ha ucciso Dio, nel senso che, commettendo il peccato mortale, ha mosso una guerra radicale e violenta contro di Lui. Gli ha gridato con i fatti: Non conosco altro padrone che la mia volontà, il mio piacere,
Il mio tornaconto. E lo ha cancellato dall’orizzonte della sua vita. Ma lontano da Dio ha trovato freddo, tenebre, angoscia, disperazione.
Esempio. Quando Esaù, per ingordigia di un piatto di lenticchie, vendette a Giacobbe la primogenitura, appena comprese il grande sbaglio, “si mise a ruggire con amarissime grida” (Genesi 27,34).
Se commettete un peccato grave, fate il più grande delitto. Tuttavia, emettete subito il ruggito di un sincero pentimento, e il Dio vivo, che manifesta la sua potenza soprattutto nel perdonare, vi donerà la grande gioia del perdono. Poi – dice S. Paolo – “siate irreprensibili… figli di Dio immacolati in mezzo ad una generazione perversa… nella quale dovete risplendere come astri nel mondo (Filipp. 2,15s).
P. Crispino Lanzi
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