Meditazioni per un anno – 18 febbraio – 185° giorno
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MARIA. ANNUNCIAZIONE:
PREGHIERA DELL’ANGELUS.
1 – L’Angelus è una delle più belle devozioni mariane perché celebra la Maternità divina della Madonna e l’Incarnazione del Verbo. Si compone di tre versetti del Vangelo intercalati dall’Ave Maria.
2 – Furono i Francescani per primi a recitare l’Angelus al suono delle campane, nel 1263, per ordine del loro Superiore Generale, S. Bonaventura, Dottore della Chiesa. Poi questa devozione è passata alla Chiesa universale nel 1300.
3 – L’Angelus ci fa rivivere i sommi avvenimenti della storia e ci fa gustare la grande e trepidante attesa dei Patriarchi, dei Profeti, del popolo eletto e di tutta l’umanità, che S. Bemardo esprime con le seguenti parole alate e palpitanti: “Hai sentito, o Vergine, che partorirai un figlio…per opera dello Spirito Santo? L’Angelo aspetta la tua risposta. Anche noi siamo in attesa. Se tu acconsenti, saremo liberati. Te lo chiedono supplichevoli Adamo, Davide e gli altri santi Padri.
Tutto il mondo, prostrato ai tuoi piedi, attende il tuo consenso. Dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la salvezza di tutti i figli di Adamo. Rispondi in fretta, o Vergine, pronunzia le parole che la terra e il cielo attendono. Il Desiderato da tutte le genti batte alla porta. Alzati, corri, apri!” Sei fedele alla recita dell’Angelus al mattino, a mezzogiorno, alla sera? Sono molte le persone e le famiglie che lo recitano. Già Dante Alighieri lodava la Madonna al mattino e alla sera: “II nome del bel fior ch’io sempre invoco / e mane e sera” (Par. XXIII, 88).
Esempio. S. Carlo Borromeo era fedelissimo alla preghiera dell’Angelus e la raccomandava alla sua grande diocesi di Milano con la parola e con l’esempio. Al suono della campana, subito interrompeva occupazioni o discorsi e piombava in ginocchio ovunque si trovava, anche sulla strada o sulla nuda terra o nel fango e, immerso in profondo raccoglimento, pregava.
San carlo così scriveva: “Meditando l’Annuncio dell’Incarnazione, ciascuno pensi: il Verbo si è fatto Carne e abita fra noi perché l’uomo diventi partecipe della natura divina, perché abbia la sua dimora in cielo” (De orat., II). Non temete di amare troppo Maria: Gesù l’ha amata infinitamente!
P. Crispino Lanzi
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