Meditazioni per un anno – 13 marzo – 200° giorno
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MARIA ADDOLORATA
QUALE ATROCE, LUNGO MARTIRIO!
Guardiamo l’immagine dell’Addolorata. Sta in piedi, accanto alla Croce ove agonizza suo Figlio, con il volto triste, con le lacrime agli occhi, con la spada piantata nel cuore. Quale martirio! “Un amore e un dolore senza paragone si alzavano come onde di un mare in tempesta nel cuore di Maria e la flagellavano con la loro potenza” (Valtorta). Fu martire insieme a suo Figlio. Bossuet afferma: “Una sola Croce bastò perché fossero martiri entrambi”. Flagellata con Gesù flagellato; crocifissa con Gesù crocifisso.
I colpi dei flagelli sul corpo del Figlio e i colpi di martello sui chiodi nella crocifissione, erano colpi nel suo cuore materno perché il profondo amore che gli portava, la rendeva una sola cosa con Lui. Gesù e Maria offrivano un solo e medesimo Sacrificio e, poiché essa amava suo Figlio più di se stessa, soffrì più che se fosse stata martirizzata lei stessa. Martirio che, iniziato con l’Annunciazione, termina con la sua Dormizione e Assunzione al cielo.
La Valtorta pone sulle labbra di Maria queste parole: “Quando l’Angelo mi disse che, rimanendo vergine, avrei concepito un Figlio, ho ricordato le parole di Isaia, là ove parla dell’Uomo dei dolori, rosso di sangue, irriconoscibile, un lebbroso, un verme della terra” (Poema x). La spada del dolore rimane nel suo cuore dopo la morte di Gesù, come dice S. Bernardo: “Quando Gesù più non viveva, Maria viveva morendo, né poteva morire perché vivendo era morta!”
Esempio. lacopone da Todi (1228-1300), poeta, ricco e mondano, invitato a una festa di nozze, insiste per condurvi la sua sposa. Durante il ballo, la sala sprofonda. Tra i morti c’è la sua sposa, religiosissima. Si accorge che costei, sotto le vesti, porta un duro cilizio. Si converte. Diventa Frate francescano. Quasi pazzo di amore per Gesù Crocifisso e per l’Addolorata, compone la poesia più commovente della Liturgia cattolica: “Stabat Mater dolorosa iuxta Crucem lacrimosa…”
Recitiamo spesso lo Stabat Mater. Preghiamo con il Manzoni: “E tu, Madre che immota vedesti / un tal Figlio morire sulla Croce, / per noi prega, o Regina dei mesti / che il possiamo in sua gloria veder!”
P. Crispino Lanzi
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