Meditazione su San Giuseppe
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Su numerose colonne e capitelli della Borgogna, Giuseppe è rappresentato così: seduto in un angolo, in contemplazione del bambino, davanti all’asino nella loro fuga verso l’Egitto; oppure visitato e istruito dall’angelo in sogno. Egli è seduto, pensoso, quasi sempre leggermente indietro, in margine, e lo scultore lo rappresenta con molta ispirazione. A che cosa pensa, quali riflessioni gli passano per la testa, e nel cuore?
Ecco la donna che egli ama ed ecco il bambino che è pronto a proteggere. Ecco le domande e i problemi che lo agitano. Ed ecco le notti insonni, gli incontri notturni, le domande che si è posto senza sosta e le risposte che ha ricevuto in sogno. Poiché: “Il Signore le dà ai suoi in sogno” – è allora che ha visto chiaro nel piano misterioso di Dio. È in sogno che si riconosce la realtà, che la si penetra dall’esterno, dalla superficie, e che si vedono le cose più profonde.
E Giuseppe vede, e guarda, e sorveglia il bambino, vegliando sulla madre. Egli è pronto ad agire e a vivere come Dio gli ha indicato. Ma, nel corso dei suoi giorni, egli continuerà a riflettere sulla vita che Dio gli ha riservato. E il bambino che egli alleva come suo? Si dice che l’immagine che i bambini si fanno di Dio sia segnata da quella che hanno del loro padre.
Si dice che sia difficile trasmettere e proclamare che Dio è un buon padre se l’esperienza personale del padre ha lasciato segni negativi. Che uomo doveva essere Giuseppe, come ha gestito il suo ruolo di padre, quando si pensa al modo in cui il figlio che ha allevato parla del Padre celeste!
Gabriele Miller
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