Maggio – Mese dedicato alla Madonna – 9° giorno
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L’anima mia
Dice l’anima: Non debbo conoscere solo Dio per amarlo, debbo conoscere anche me stessa. L’esame accurato della mia miseria mi fa annientare al cospetto di Dio e fa abbassare la sua pietosa misericordia fino a me. Ahimè, Signore, quanto sono meschina! Cerco me stessa, sono piena di egoismo, piena di capricci, piena di difetti, piena di stranezze… Mi scorgo come un ver-minaio ed ho vergogna di me! Dimmi, o Maria, non nuoce tanta mia miseria, e non chiude la via alla bontà di Dio verso di me?
Dice la Madonna: La tua miseria non ti allontana dalla misericordia di Dio, quando tu la riconosci e te ne umili: Egli non disdegna mai un cuore contrito ed umiliato] Dio anzi si diletta della sua povera creatura, quando essa eleva a Lui il cuore, e sparge ai suoi piedi lagrime piene di fiducia e di amore. Non temere. Abbracciati alla Croce che hai, reclinati sul mio Cuore materno, che è pieno di amore e di misericordia, e non ti affannare mai quando ti scorgi miserabile, ma eleva la tua voce a me, perché io ti presenti innanzi al trono di Dio!
Dice l’Anima: … Me stessa; ecco il nemico più insidioso che io abbia! Nemico occulto,
perché poco si mostra; nemico pericoloso perché vive con me, e perché naturalmente mi ripugna il combatterlo; nemico astuto, perché mi illude con falsi miraggi di bene.
O Maria, non è vero che io cerco di scusare sempre tutte le miserie che ho?… Mi turbo facilmente se uno mi avvisa di qualche difetto, cerco la lode e me ne compiaccio; reputo gli altri peggiori di me, quando in realtà nessuno è peggiore di me; critico, reagisco nell’ira… sono un cumulo di difetti… Eppure stento a riconoscermi per quel nulla che sono, tanto è grande il mio orgoglio!
Io ti supplico, o Maria, di avere pietà di me e di insegnarmi tu un poco di quella santa umiltà che ti fece così grande, affinchè io. mi riconosca per quello che sono e mi umili profondamente innanzi a Dio. Così sia.
Giaculatoria – O Gesù, libera l’anima mia dalle illusioni del male.
Fioretto – Privatevi di qualche cosa a tavola.
Dice l’anima: Non debbo conoscere solo Dio per amarlo, debbo conoscere anche me stessa. L’esame accurato della mia miseria mi fa annientare al cospetto di Dio e fa abbassare la sua pietosa misericordia fino a me. Ahimè, Signore, quanto sono meschina! Cerco me stessa, sono piena di egoismo, piena di capricci, piena di difetti, piena di stranezze… Mi scorgo come un ver-minaio ed ho vergogna di me! Dimmi, o Maria, non nuoce tanta mia miseria, e non chiude la via alla bontà di Dio verso di me?
Dice la Madonna: La tua miseria non ti allontana dalla misericordia di Dio, quando tu la riconosci e te ne umili: Egli non disdegna mai un cuore contrito ed umiliato] Dio anzi si diletta della sua povera creatura, quando essa eleva a Lui il cuore, e sparge ai suoi piedi lagrime piene di fiducia e di amore. Non temere. Abbracciati alla Croce che hai, reclinati sul mio Cuore materno, che è pieno di amore e di misericordia, e non ti affannare mai quando ti scorgi miserabile, ma eleva la tua voce a me, perché io ti presenti innanzi al trono di Dio!
Dice l’Anima: … Me stessa; ecco il nemico più insidioso che io abbia! Nemico occulto,
perché poco si mostra; nemico pericoloso perché vive con me, e perché naturalmente mi ripugna il combatterlo; nemico astuto, perché mi illude con falsi miraggi di bene.
O Maria, non è vero che io cerco di scusare sempre tutte le miserie che ho?… Mi turbo facilmente se uno mi avvisa di qualche difetto, cerco la lode e me ne compiaccio; reputo gli altri peggiori di me, quando in realtà nessuno è peggiore di me; critico, reagisco nell’ira… sono un cumulo di difetti… Eppure stento a riconoscermi per quel nulla che sono, tanto è grande il mio orgoglio!
Io ti supplico, o Maria, di avere pietà di me e di insegnarmi tu un poco di quella santa umiltà che ti fece così grande, affinchè io. mi riconosca per quello che sono e mi umili profondamente innanzi a Dio. Così sia.
Giaculatoria – O Gesù, libera l’anima mia dalle illusioni del male.
Fioretto – Privatevi di qualche cosa a tavola.
Vener. Don Dolindo Ruotolo
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