Madre di Dio, esultanza d’amore
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La Vergine Santissima, ripiena di Spirito Santo e Madre del Verbo, espresse, per così dire, con le luci dell’amore la bellezza arcana del Figlio divino che portava nel seno. Egli era il Verbo di Dio, la Lode sostanziale del Padre, la Voce che ne magnificava le perfezioni. Rivestito di umana carne era il Salvatore, l’esultanza del mondo; umiliato fino al seno materno era come il seme che doveva donarci il fiore e il frutto della beatitudine eterna. Aveva assunto la carne umana per salvarci, e Dio doveva guardarne la volontaria bassezza per innalzarci e per diffondere la sua misericordia su tutte le generazioni. Quell’annientamento portava il segreto della grandezza, e quella veste di peccato della quale era ammantato doveva disperdere l’orgoglio umano ed edificare in noi la santità. Egli doveva essere il Vincitore di satana, e deporlo dall’effimera sede; doveva sfatarne le pestifere illusioni, ed essere Egli, Pane di vita, la sazietà dei suoi fedeli.
Questa non è una pia applicazione spirituale al cantico di Maria: è una verità, poiché Maria, parlando, rispecchiò il Figlio che in Lei viveva da Re, come i figli rispecchiano nelle parole e nei gesti il carattere dei genitori; anzi di più, perché la vita del Verbo Incarnato – come si è detto –, elevava, vivificava e santificava tutta la sua vita.
Maria, nel suo cantico, espresse anche, la fisionomia del proprio spirito; ma prima di tutto manifestò i caratteri del suo Figlio che era in Lei, in quei momenti beati, la sua vita preponderante. Ella, infatti, era lode di Dio per Lui, e il suo spirito esultava nelle magnificenze della grazia, perché Egli l’aveva anticipatamente redenta. Ella era compiacenza di Dio per Lui che la sublimò fino alla dignità di Madre di Dio, e le grandi cose in Lei operate dalla potenza e dalla santità di Dio furono operate per il Redentore. Egli disperse il superbo, satana, e la conservò Immacolata; Egli non permise che l’avesse dominata un istante solo, e la esaltò da umile ancella di Dio a Regina dei cieli; Egli la riempì di grazie, saziandola di santità e rendendola più grande di tutte le creature e benedetta fra le donne.
Furono questi i caratteri della Madre di Dio: lode di gloria, esultanza d’amore, annichilimento di umiltà e grandezza immensa di grazie, miracolo di magnificenza e sintesi gloriosa delle opere più grandi di Dio, canale di misericordia, vincitrice di satana cui schiacciò il capo, e vincitrice dell’orgoglio umano, perché mostrò in sé le vette cui fa giungere l’umiltà, donatrice celeste del Pane della vita, e fiore profumato di tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo. L’eresia ha tentato di sfigurare Maria Santissima dandole altri lineamenti, e pretendendo toglierle la corona che Dio le pose sul capo, ma non c’è riuscita, perché rimane perenne il suo cantico nella storia, e nessuno è capace di alterarne le armonie che erompono dalla sua grande anima.
don Dolindo Ruotolo
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