L’uomo eucaristico è pacificato
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Tutti vogliono la pace, ma la pace vera la dà solo l’Eucaristia. Dice Gesù: “Vi dò la mia pace. Non come la dà il mondo”. La gioia cristiana è proprio questa pace.
Quando ci dicono che dobbiamo essere nella gioia – e magari viviamo gravi malattie e mille situazioni disastrose – ci chiediamo: come faccio ad essere nella gioia se mi va tutto storto?
La gioia cristiana non è lo sforzo di essere felici, ma è la pace di Cristo, quella pace profonda che tu, nonostante tutte le prove, tutte le malattie, tutte le disgrazie, hai con te.
Questa pace non te la dà il mondo, anzi il mondo te la vuole togliere. Questa pace il mondo non può riceverla, perchè nemmeno la vuole.
Dall’altare il Signore ci ripete attraverso il sacerdote: “La pace sia con voi”. La gente risponde: “E con il tuo spirito”, e subito si scambia il segno della pace. L’impressione però è che questo scambio della pace fatto con una stretta di mano o con un abbraccio, rimanga solo un fatto umano, che richiama poco la vera pace che procede dal cuore di Cristo.
Mio nonno, romagnolo purosangue e anticlericale di prima lega, verso la fine della vita prese a partecipare regolarmente alla Messa. Al momento della pace, visto che tutti si davano la mano, pensando che fosse un gesto di cortesia, dava la mano al vicino dicendo: “Piacere, Borghesi”, cioè si presentava, come negli incontri al mercato.
Ci sono certi scambi della pace, durante le celebrazioni, che durano anche dieci minuti: tutti danno la mano a tutti, con gioiose pacche sulle spalle, abbracci e baci. Io chiamo questo: auto-celebrazione.
Mi piace di più quella parola del sacerdote: “La pace del Signore sia sempre con voi”, e basta. Il gesto di darsi la mano è facoltativo: sta al presidente dell’assemblea chiedere di farlo o meno.
Gesù all’ultima Cena disse: “Vi lascio la pace, vi dò la mia pace, non come il mondo la dà”. Non credo che subito i Dodici si siano dati la mano o gioiose pacche sulle spalle.
Sarebbe bello che il sacerdote, quando proclama: “La pace del Signore sia con voi”, fosse come – E LO E’ – il Cristo, e quindi che la pace dall’altare scendesse sui fedeli, quella pace intima che solo Dio può dare, e che questa entrasse nei cuori con un volo silenzioso, senza ulteriori rumori.
Magari la pace tra i fedeli la si potrebbe scambiare fuori dalla chiesa. Anzi. lì sarebbe proprio necessaria!
Ci si dà la pace in chiesa, poi nel palazzo in cui si abita non si è in pace con il vicino e non si ha il coraggio di andare a dirgli: “Voglio essere in pace con te, voglio darti la pace di Cristo”.
Se invece ci si scambiasse la pace alla fine della Messa, fuori, potrebbe venire più naturale dire: “Grazie della pace e, senti…. visto che ci siamo, perchè oggi non venite tu e la tua famiglia a pranzo a casa mia?”.
L’uomo eucaristico dentro di sè è in pace, non ha chiasso, non ha un continuo tribunale accusatorio.
Se nel tuo mondo interiore non c’è pace, significa che non c’è posto per Gesù. Il tuo mondo interiore non è una piazza, ma un santuario; non ci devono passare tutti! Nella piazza passano tutti, nel santuario entra solo chi vuoi tu… Devi far sì che il tuo mondo interiore sia abitato da Cristo, che vi sia questa pace.
A volte io mi vorrei irreprensibile, mi immagino bravo, buono, meraviglioso, ma non sono così e allora rimango triste; non c’è la pace di Cristo perchè continuo a guardare me stesso. Il distintivo dei santi è proprio la pace profonda che emana dal loro spirito. Quando avete vicino un santo vi sentite in pace anche voi.
Dopo la Comunione devi dire a te stesso che non sei importante, non sei interessante, ma sei AMATO e sentirai la pace scendere dentro di te.
Così esci dall’assemblea amato e in pace. In pace con te stesso, in pace con gli altri, in pace con Dio.
Ricorda: anche se non sei importante, anche se non sei interessante, sei AMATO.
P.Serafino Tognetti
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