L’Omelia del Papa: No a preti-farfalla o preti-affaristi
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In occasione della Messa dell’11 gennaio, concelebrata in S. Marta, con il Cardinale Bagnasco, Presidente della C.E.I, Papa Francesco – facendo riferimento alla prima lettera di Giovanni – ha tenuto un’omelia, tutta dedicata ai sacerdoti, in cui ha sostenuto che solo fondando la propria vita in Cristo i preti possono rimanere fedeli alla vocazione e non correre il grave rischio di diventare dei vanitosi “preti-farfalla” o “preti imprenditori”, oppure “preti affaristi”. I preti devono badare a ciò che fanno perché i fedeli “hanno fiuto” e sanno distinguere un vero sacerdote da un altro che ha rinunciato a seguire la via buona.
“Noi siamo unti dallo Spirito e quando un sacerdote si allontana da Gesù Cristo può perdere l’unzione. Nella sua vita, no: essenzialmente ce l’ha … ma la perde. E invece di essere unto finisce per essere untuoso. E quanto male fanno alla Chiesa i preti untuosi! Quelli che mettono la loro forza nelle cose artificiali, nelle vanità, in un atteggiamento … in un linguaggio lezioso … Ma, quante volte si sente dire con dolore: ‘Ma, questo è un prete-farfalla!’, perché sempre è nelle vanità … Questo non ha il rapporto con Gesù Cristo! Ha perso l’unzione: è un untuoso”.
Il Santo Padre ha poi spiegato che: “Noi sacerdoti abbiamo tanti limiti: siamo peccatori, tutti. Ma se andiamo da Gesù Cristo, se cerchiamo il Signore nella preghiera – la preghiera di intercessione, la preghiera di adorazione – siamo buoni sacerdoti, benché siamo peccatori. Ma se ci allontaniamo da Gesù Cristo, dobbiamo compensare questo con altri atteggiamenti … mondani. E così, tutte queste figure … anche il prete-affarista, il prete-imprenditore … Ma il prete che adora Gesù Cristo, il prete che parla con Gesù Cristo, il prete che cerca Gesù Cristo e che si lascia cercare da Gesù Cristo: questo è il centro della nostra vita. Se non c’è questo, perdiamo tutto. E cosa daremo alla gente?”.
Bergoglio ha poi esortato i Sacerdoti ha rendere più saldo il rapporto con Cristo “rapporto di unti nel Signore, con il suo popolo”, operando in sé, affinchè questo rapporto possa crescere visibilmente, di giorno in giorno.
“Ma, è bello trovare preti che hanno dato la loro vita come sacerdoti, davvero, e di cui la gente dice: ‘Ma, sì, ha un caratteraccio, ha questo, ha quello … ma è un prete!’. E la gente ha il fiuto! Invece, quando la gente vede i preti – per dire una parola – idolatri, che invece di avere Gesù, hanno i piccoli idoli … piccoli … alcuni devoti del ‘dio Narciso’, anche … Quando la gente vede questi, la gente dice: ‘Poveraccio!’.
Ha poi ricordato che: “ Quello che ci salva dalla mondanità e dall’idolatria che ci fa untuosi, quello che ci conserva nella unzione, è il rapporto con Gesù Cristo. E oggi, a voi che avete avuto la gentilezza di venire a concelebrare qui, con me, auguro questo: ma perdete tutto nella vita, ma non perdete questo rapporto con Gesù Cristo! Questa è la vostra vittoria. E avanti, con questo!”.
Il Redattore
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