L’insopportabile fetore dei peccati
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Un giorno, San Domenico Savio9 apparve in visione a don Bosco e questi gli domandò: “I miei giovani sono tutti sulla buona via per salvarsi?». «Essi – rispose Domenico —, si possono distinguere in tre classi. Vedi queste tre note?». E gliene porse una.
Don Bosco vide che portava scritto: Invulnerati (non feriti) e portava i nomi di chi aveva conservato l’innocenza. «Erano in gran numero – dice Don Bosco; io li vidi tutti e ne riconobbi molti. Camminavano diritti, benché fossero fatti bersaglio di saette e di colpi di spada».
Allora Savio gli diede la seconda nota, che portava scritto: Vulnerati (feriti): erano quelli che avevano peccato, ma poi si erano pentiti e confessati. Questi erano in numero maggiore dei primi. Don Bosco lesse la nota e li vide tutti. Domenico aveva ancora la terza nota, che portava scritto: Lassati in via iniquitatis (abbandonati sulla via dell’iniquità).
C’erano i nomi di quelli che si trovavano in disgrazia di Dio. Don Bosco era impaziente di conoscerli e stese la mano, ma il Santo lo trattenne dicendo che ne sarebbe uscito un fetore insopportabile. Tuttavia alle insistenze di Don Bosco, gli diede anche la terza nota. Quindi si dileguò. «Apersi la nota – racconta il Santo – e subito si sparse un odore così insopportabile che credetti di morire.
Non vidi alcun nome, ma in un colpo d’occhio mi furono dinanzi tutti gli individui scritti in quella nota, come se li vedessi in realtà. Tutti li vidi, e con amarezza. La maggior parte io li conoscevo. Vidi molti che in mezzo ai compagni parevano buoni, alcuni anzi ottimi, ma non lo erano».
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