Lettera del cardinale Piacenza – Il mondo ha bisogno di sacerdoti santi – III
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Dobbiamo necessariamente rivolgere un appello alla grande obbedienza della fede per ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede.
D. – Perché nella Lettera lei invita i sacerdoti a lavorare in profondità sul Concilio Vaticano II e a rileggere e riflettere sul Catechismo della Chiesa Cattolica?
R. – Anzitutto, sul Vaticano II perché è stato un evento grandioso – il più grandioso, ecclesialmente parlando, del secolo scorso – e che ovviamente non è finito, perché i Concilii vanno sull’onda dei secoli, non sull’onda degli anni: è chiaro.
R. – Anzitutto, sul Vaticano II perché è stato un evento grandioso – il più grandioso, ecclesialmente parlando, del secolo scorso – e che ovviamente non è finito, perché i Concilii vanno sull’onda dei secoli, non sull’onda degli anni: è chiaro.
Sono eventi ecclesiali di portata immensa, dove è coinvolta l’azione in prima persona dello Spirito Santo. Ma direi anche perché questo Concilio ha avuto molte persone che se ne sono riempite la bocca ma poche persone che lo hanno studiato per come è e non lo hanno tirato per i capelli per fargli dire quello che loro volevano che dicesse; quindi, bisogna riscoprire i testi del Concilio, bisogna riscoprire le parole stesse del Concilio, perché quelle sono da leggersi in ginocchio!…. perché è un evento di Spirito Santo.
Quindi dico: il Vaticano II sia nuovamente accolto come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel XX secolo e di cui deve ancora beneficiare. Poi, deve diventare per noi una bussola sicura per orientarci nel cammino, per rispondere alle domande della nostra gente e per organizzarci sulla nuova evangelizzazione. Ed è una forza per il sempre necessario rinnovamento, perché non dobbiamo dimenticare che la Chiesa, fatta di uomini peccatori, deve continuamente rinnovarsi nello Spirito Santo, continuamente tendere l’orecchio per ascoltare cosa lo Spirito le dice, e cercare di tenere abbassata la radio dello spirito di questo mondo, delle trasmissioni dello spirito mondano e alzare il volume della radio che ci viene, invece, dal silenzio, e cioè quella che ci viene dallo Spirito Santo.
Io credo che si dovrebbe dire basta ai tradimenti del Concilio Vaticano II e spalancare la porta alla obbedienza ai testi del Concilio Vaticano II e a tutto quello che i Papi e il Magistero autentico della Chiesa hanno detto nell’interpretare, nel leggere, nel porgere il Concilio Vaticano II.
D. – Per quanto riguarda invece il Catechismo della Chiesa Cattolica?
R. – Penso che il bisogno attuale sia quello di avere una norma sicura per l’insegnamento della fede nel contesto contemporaneo. Non dimentichiamo che il Catechismo della Chiesa Cattolica, che compie 20 anni, è il Catechismo del Concilio Vaticano II.
Come c’è stato il Catechismo di Trento che ha fatto un bene immenso, noi ci aspettiamo che possa fare altrettanto un bene immenso il Catechismo della Chiesa Cattolica che è proprio il precipitato – potremmo dire – di tutto l’insegnamento del Vaticano II. Quindi, direi che è strettamente connessa la valorizzazione del Concilio Vaticano II con la valorizzazione del Catechismo della Chiesa cattolica.
Roberto Piermarini
news.va/it
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