L’errore dei cristiani
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Il grave errore commesso dai cristiani è quello di lasciarsi trasportare dall’immaginazione o fantasia, intesa come illusione o capriccio.
Considerano morto Dio, questi cristiani che seguono i loro istinti e si convincono di fare tutto bene, per avere compiuto quello che piace ad essi. È naturale questo comportamento quando al centro della loro vita c’è una ambizione personale, il forte desiderio di fare meglio degli altri.
Così vivevano i sadducei e la loro domanda a Gesù era assolutamente fuori luogo, perché sapevano in cuor loro la verità ma la malizia non riuscivano a controllarla. Hanno chiesto sapendo del loro errore e il Signore puntualmente lo rileva e glielo mostra: “Voi siete in grave errore”.
Si commettono tantissimi errori tra i cristiani e si ignorano per mancanza di onestà intellettuale.
Mancando la vera spiritualità molti sono convinti di non commettere peccati e dimenticano con facilità tutti i Comandamenti. Per esempio, uno dei peccati che muove molti contro familiari, parenti e amici, è l’invidia. Questo vizio occulto e ben celato da quanti pretendono di possedere le stesse cose degli altri o addirittura migliori, non viene dalla preghiera.
Questo vizio indica che è assente la preghiera.
Può anche venire in mente di voler possedere quello che hanno gli altri ma la nostra spiritualità allontana subito questo pensiero.
Se è una tentazione e si rifiuta pensando ad altro, non è mai peccato, mentre diventa peccato se si accoglie. È peccato lasciandolo crescere o addirittura mettendo in atto azioni per dimostrare la propria grandezza oppure per ostentare qualcosa.
È facile cadere nell’ostentazione di qualcosa se non c’è il controllo di sé, se non c’è una vita spirituale intensa e profonda.
Per moltissimi cristiani Dio è come morto, se esiste è solo per giustificare i propri peccati… considerandolo buono e comprensivo. Proprio per avere avuto questi pensieri, sono incalcolabili i cristiani che si sono perduti e sono ritornati a vivere immersi nella confusione…
L’invidia procura tristezza in chi desidera qualcosa che non ha e può anche arrivare a desiderare il male altrui o la mancata realizzazione di qualcosa. Invidia si riferisce a uno stato d’animo o sentimento per cui, in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro, si può anche arrivare a provare risentimento e un forte desiderio di realizzare qualcosa a imitazione degli altri.
Si arriva anche a desiderare il male di coloro che hanno quel bene o qualità.
L’invidia è la causa principale che muove le persone a rivolgersi alla magia occulta per danneggiare in qualche modo la persona invidiata.
“Non desiderare la roba d’altri”, questo ci indica il 10° Comandamento.
Questo Comandamento condanna l’avidità, la volontà disordinata di avere, nonché l’invidia per quello che gli altri hanno.
L’invidia si manifesta nel fare o nel possedere le stesse cose degli altri, e solo realizzandole la persona si illude di essere migliore.
In effetti, è curioso sapere o vedere che molte persone per invidia copiano le stesse cose che vedono ad altri, oppure cercano di farle migliori. La soddisfazione carnale che provano è misurata alla Grazia che perdono davanti a Dio, la spiritualità che si sbriciola per avere trasformato un oggetto, un abbigliamento o qualcosa di proprietà in un idolo.
Se Dio è vivo nessuna cosa si potrà adorare più di Lui, altrimenti si vive come i pagani, o come cristiani illusi che solo la domenica si ricordano del Signore e negli altri sei giorni adorano il vitello d’oro. Questo vitello d’oro può essere qualsiasi cosa al di fuori di Dio, anche ciò che appare innocuo, ma si evidenzia soprattutto nelle cose materiali più importanti.
Il Vangelo ci insegna che è sbagliato portare più affetto alle cose materiali che a Dio, uno dei due si può adorare, non c’è spazio per entrambi.
Gesù ci dice che Dio è vivo, la prova ci arriva dalle continue Grazie che dona ai buoni e come è presente dove satana cerca sempre di distruggere le famiglie o i giovani. È anche vero che le Grazie molti non le riceverebbero senza la mediazione di chi prega e ritornerebbero alla situazione penosa precedente.
Il nostro compito è di pregare per tutti, ma le Grazie non arrivano a quanti si costruiscono il vitello d’oro o vivono dimentichi di Gesù.
Padre Giulio M. Scozzaro
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