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L’Economia Mondiale – Vincitori e vinti sulla scena dello sviluppo mondiale

20 Giugno 2010 | Filed under: Economia
     

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Il FMI lancia un allarme al G20 ( il gruppo dei 20 ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali dei paesi più industrializzati compresa l’Unione Europea che recentemente hanno partecipato alla riunione del 5 giugno a Busan nella Corea del Sud) e mette sotto accusa il sistema bancario internazionale che soffre ancora di probabile insolvibilità

Secondo il Fmi le economie avanzate registreranno quest’anno una «profonda recessione» con «la più forte contrazione dal dopoguerra». Più in dettaglio nel 2009 il prodotto interno lordo degli Stati Uniti registrerà un calo del 2,6%, quello di Eurolandia del 3,2% e quello del Giappone del 5,8%. Per il prossimo anno, tuttavia, le economie avanzate registreranno comunque un progresso dello 0,3%, gli Stati Uniti dello 0,2%, Euroìandia dello 0,1%, mentre per il Giappone la congiuntura resterà negativa con un -0,2%.

Il Pil mondiale registrerà una contrazione nel 2010 – «per la prima volta in 60 anni»- con un calo compreso «tra lo 0,5 e l’i,5%». Ci sarà,comunque, una «ripresa graduale» tra l’i e il 2% è prevista nel corso del 2010. È quanto si legge in un documento del Fondo monetario internazionale. consegnato ai Paesi del G-2O, anticipato dalle agenzie di stampa.


Per John Lipsky, numero due del Fondo monetario internazionale, «la migliore delle ipotesi» è che «il declino dell’economia mondiale si fermi entro la metà dell’anno prossimo».«Per mitigare il rischio dell’intensificarsi della crisi, i Paesi del G-2O (che rappresentano i 2/3 del commercio e della popolazione mondiale ed oltre il 90% del PIL mondiale) dovrebbero adottare azioni immediate per contenere l’ulteriore deterioramento del settore bancario», afferma ancora il Fmi. «C’è ancora bisogno di misure – avvertono gli economisti di Washington – per avviare il processo di ristrutturazione del sistema bancario per evitare un rallentamento economico ancora peggiore. Se i bilanci bancari non verranno ripuliti velocemente e le banche ristrutturate – mette in guardia il Fondo – si possono facilmente prevedere evoluzioni ancora più serie»

II Fondo, insomma, punta il dito sul fatto che nelle economie avanzate sono stati fatti finora «progressi limitati» nel valutare gli asset tossici e «l’incertezza relativa alla solvibilità delle banche resta elevata e impedisce il riprìstino della fiducia nei mercati»

Come si muovono i protagonisti della scena mondiale dell’economia? Chi e come manovra il timone dell’economia nel mondo? Ecco una sintesi del prossimo sviluppo e della crescita nel 2010:
Nel corso di quest’anno la Cina supererà il Giappone come seconda maggiore economia mondiale. E’ l’opinione di esperti dopo i risultati del 2009. Nel 4° trimestre Tokyo è in ripresa, ma grazie ai finanziamenti statali. Ora teme si arresti il consumo interno e punta ad aumentare l’esportazione in Cina e in Asia. Pechino si appresta a sorpassare Tokyo e si prepara a diventare la seconda maggiore potenza economica mondiale, dopo i soli Stati Uniti. Il risultato emerge dai risultati del Giappone nell’ultimo trimestre 2009, inferiori alle attese e tali da confermare le difficoltà del Paese a fronte di una Cina in ripresa. L’economia nipponica è comunque in crescita da 3 trimestri e il consumo interno, che costituisce circa il 60% della sua economia, è cresciuto dello 0,7% rispetto al terzo trimestre 2009. Del risultato hanno beneficiato soprattutto i venditori al dettaglio e le vendite di autoveicoli e abitazioni. L’industria ha ripreso fiducia e ha ricominciato a investire in strutture e macchinali. Ma la Cina appare sempre in
rapido recupero, dopo che il quarto trimestre ha annunciato una crescita del 10,7%, contro l’8,7% nel 2009.

Il Giappone, è comunque ancora oggi al secondo posto nel contesto economico mondiale. Il pesante danno economico e d’immagine che negli ultimi mesi ha colpito alcuni tra i grandi player nipponici dell’economia globale (a partire da Toyota, JAL (Japan Airlines) per arrivare a Sony, passando da Nissan) – al quale danno si va ad aggiungere il crescente numero di disoccupati – potrebbe fare credere che la potente economia giapponese abbia i giorni contati… La situazione, invece, seppur tesa e difficile, non si può certo definire drammatica. Il PIL reale è cresciuto ad un tasso del 4,6% nel periodo ottobre/dicembre secondo le dichiarazioni del governo nipponico. Le predizioni medie richieste a 15 economisti da The Associated Press davano una crescita annuale del 3,4%. Questi risultati indicano che il Giappone continua a trarre beneficio dagli stimoli che il governo ha messo in atto in varie parti del mondo, stimoli che hanno sostenuto gli scambi commerciali internazionali e persuaso le famiglie giapponesi ad aumentare gli acquisti. La spesa da parte dei consumatori finali, che incide per circa il 60% dell’economia, è salita dello 0,7% rispetto al periodo precedente, grazie ad incentivi su auto e apparecchi elettrodomestici dei quali i consumatori hanno approfittato. Ora il Giappone potrebbe essere sufficientemente forte da evitare il rischio di ricadere in una recessione. Gli analisti concordano, prevedendo, tuttavia, che la domanda interna rallenti, facendo scendere le percentuali di crescita nei prossimi mesi e mettendo sotto pressione il primo Ministro giapponese Yutóo Hatoyama per disegnare ulteriori misure di stimolo.
Gli USA sono sempre forti e restano al primo posto nel mondo per la produzione industriale (siderurgica, meccanica, automobilistica, aereonautica), energetica e mineraria. La loro economia domina quella mondiale attraverso gli investimenti e la creazione di filiali all’estero (multinazionali). La varietà di condizioni climatiche degli USA determina la diversificazione dell’agricoltura. Gli USA sono al primo posto anche nella produzione mondiale di mais, al secondo per gli agrumi, il frumento e per il cotone. Importantissimo è anche l’allevamento (bovini, ovini e suini), praticato nelle praterie, che alimenta l’industria casearia. Per quanto riguarda la pesca marittima sono al quinto posto per quantità di pesce pescato. Inoltre il territorio degli Stati Uniti ha enormi riserve energetiche (antracite e petrolio) e immensi giacimenti minerari ( ferro, rame, bauxite) .Anche l’industria cinematografica, che ha la sua sede principale a Hollywood, è la più importante del mondo.

Quali sono i settori e le produzioni che portano gli Usa in vetta ali’ economia mondiale ?


Il sistema economico statunitense è fortemente condizionato dalla tecnologia. Infatti gli USA possono vantare svariate produzioni,tutte in grandi quantità.

L’industria è un settore dove gli USA sono estremamente competitivi. L’industria americana è basata su tre cose: capitali, tecnologie all’avanguardia e diffusione nel mondo. La “manufacturing belt” (la cintura manufatturiera), si estende in tutto il nord est, ma si sta espandendo anche verso sud ed ovest. L’industria americana è specializzata nella produzione di apparecchi high-tech come TV, computer e hi-fi. Gli USA sono secondi al mondo, dietro al Giappone, per la produzione di automobili. Importanti sono anche le industrie della gomma, dell’alta moda (New York, Baltimora e Chicago), della chimica e del petrolio (sud e soprattutto in Texas), e della ristorazione (fast-food e multinazionali come la Coca Cola). In America, inoltre, possiamo trovare la più avanzata industria elettronica. Il terziario è il campo dove gli Stati Uniti sono più avanzati. Il 72,1% del PIL deriva dal terziario ed il 73,3% dei lavoratori è impiegato nel terziario. Grande importanza è data ai trasporti con oltre 300.000 Km di rete ferroviaria, usata per il trasporto merci ed integrata con un’efficientissima rete stradale; le reti stradale e ferroviaria coprono tutto il territorio favorendo il trasporto delle merci ed i viaggi. Nonostante gli attentati dell’i! settembre il trasporto aereo, con i suoi 16.000 aeroporti, è uno dei preferiti dagli americani, si può dire che in America l’aereo è usato come in Italia è usato il treno. Anche i trasporti navali sono estremamente sviluppati. La sviluppatissima rete di trasporti ha favorito anche la nascita di attività commerciali ad essa legate come i motel, le assicurazioni, gli spedizionieri e le aree di servizio. Altri settori del terziario molto efficienti sono le scuole private, che offrono, oltre ad un elevato grado di insegnamento, la sicurezza. Sono frequenti, infatti, le sparatorie nelle scuole pubbliche dove bisogna passare sotto dei” metal detector” posti alle entrate; un altro settore è quello dei servizi accessori alle imprese come gli studi di assistenza legale, studi di marketing e pubblicità. Senza dimenticare il turismo, ogni anno gli USA accolgono 30 milioni di visitatori. Il commercio internazionale vede ai primi posti l’esportazione di prodotti high-tech, tabacco, soia, materie prime e cotone; gli USA importano, invece, energia, manufatti di alta qualità (per la maggior parte abiti) e prodotti agricoli tropicali. Il commercio interno è guidato dalle grandi compagnie proprietarie di grandi centri commerciali (department stores) diffusi in tutto il territorio. Il settore dove gli USA non hanno competizione è quello delle telecomunicazioni. Tutti hanno accesso alla Tv satellitare e via cavo, così come alle connessioni internet, anche a grande velocità. Anche la pesca galoppa negli USA che con 5,6 milioni di tonnellate di prodotti ittici sono il 5° paese mondiale più pescoso dopo Cina, Perù, Giappone e Cile. Il settore più toccato dalla tecnologia è sicuramente l’agricoltura, dove è privilegiata una tecnica di tipo intensivo, che permette, cioè, di ricavare il massimo anche da piccoli terreni o poco bestiame. Gli USA vantano oltre 100 milioni di bovini, oltre 58 milioni di suini ed un altissimo numero di ovini. Gli allevamenti sono distinti tra allevamenti per animali usati per il latte ed animali usati per la macellazione. Le aree per la macellazione comprendono il Texas e le catene montuose Occidentali (Occidental Mountains) dove vi è grande disponibilità di praterie per il pascolo; le aree dove l’allevamento ha come scopo il latte sono il Nord-Est, i monti Appalachi e la zona dei grandi laghi, questa parte di territorio è chiamata “dairy belt”. Le colture sono suddivise nelle cosiddette belt. La “wheat belt”, la cintura del grano, che comprende la parte centrale degli USA, territorio caratterizzato da un clima secco, quindi non adatto ad altri tipi di coltura. La “corn belt”, la cintura del granturco, che comprende quegli Stati che godono di un clima mite durante tutto l’anno, Indiana, Illinois, lowa e Nebraska,ha portato, grazie all’altissima produzione, gli USA ad essere il primo produttore mondiale di grano turco; oltre a questo, è stata recentemente aggiunta la produzione della soia, infatti la “corn belt” è chiamata anche “corn-soy belt”. La “cotton belt”, che non esiste quasi più, includeva le aree del profondo Sud, ora è limitata a Texas, Mississippi, Arizona e California. L’orticoltura è anch’essa molto importante ed è praticata nel Nord-Est vicino alle grandi megalopoli dove vi è una grande richiesta di prodotti deperibili, cioè consumabili in poco tempo. Notevole è anche la produzione di legname, grazie agli oltre 300 milioni di ettari di foreste, che permettono una produzione di 500 milioni di metri cubi di legname all’anno.

Dott. Bruno Araimo
Economista

     

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