Le virtù fanno stimare il Sacerdote
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Il sacerdote ha il dovere di evitare qualunque cosa che possa dare appiglio a mormorazioni ed a falsi giudizi sul suo conto, non per ipocrisia farisaica, che sarebbe immediatamente compresa e susciterebbe non la stima ma il disprezzo, bensì per profonda virtù soprannaturale che traspiri da ogni atto della vita sacerdotale.
Sono la virtù, il sacrificio, l’amore a Dio e al prossimo che fanno stimare il sacerdote come uomo di Dio, ed inducono anche nei cattivi il sentimento di rispetto, che può dare ad essi un sentimento di fede ed un rammarico dei propri peccati.
E qui non è inopportuno ricordare a tutti, e specialmente ai giovani sacerdoti della nuova generazione più o meno modernizzati, quello che erano i nostri sacerdoti un secolo fa. Chi scrive è vecchio, e ricorda ancora il profondo senso di venerazione che ispiravano al solo incontrarli. Gravi nel portamento portavano l’abito sacro, anche povero e dimesso, come un paludamento regale, che mostrava il rispetto che ne avevano essi stessi, e lo imponevano agli altri. Avvolti modestamente nel loro ampio mantello con gli occhi modesti che non curiosavano intorno, maestosi per la loro intima unione con Dio. Semplici e senza doppiezza nel parlare, portavano sul volto le stimmate della loro vita penitente.
Dolci e modestamente gioviali, attraevano gli uomini, i giovani, i fanciulli insegnando loro non i giochi ma le virtù cristiane, non le contese ma la carità, conducendoli negli ospedali a confortare gli infermi; raccogliendoli intorno a Gesù Sacramentato ed innanzi a qualche devota immagine di Maria, trasfondendo in loro la devozione che essi avevano ardente alla dolcissima Mamma Celeste.
Don Dolindo Ruotolo
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