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Le origini e la storia di Halloween

19 Ottobre 2016 | Filed under: Attualità
     

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Halloween, la notte magica per eccellenza, ormai assurta a simbolo per tutti gli appassionati di horror e unica occasioni in cui anche chi non ama il genere, è ben felice di piazzarsi una maschera mostruosa in faccia, pur di poter partecipare a un party.
Si tratta di una festa che prende sempre più piede anche in Italia, con sommo smacco di quanti non ne vorrebbero nemmeno sentir parlare perché importata dagli Stati Uniti d’America. L’argomentazione è debole, visto che tante altre delle nostre “feste tradizionali”, in origine erano proprie di altre culture e paesi.
Halloween: La Storia e La Festa

A ben vedere Halloween non ha origini americane, ma è prettamente una festa europea. La tradizione di festeggiare la vigilia di Ognissanti (in inglese All Hallows’ Eve Day, che è stato poi contratto in Halloween) ha infatti origini britanniche, più precisamente celtiche.
Per quelle popolazioni, che si basavano principalmente sull’agricoltura per la sopravvivenza, l’anno nuovo iniziava il 1° novembre e nella notte del 31 Ottobre si festeggiava Samhain, ovvero la fine dell’estate, in cui i mortali ringraziavano gli spiriti per i raccolti estivi.
Ai quei tempi era infatti credenza comune, che nella notte di fine estate, le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliassero tanto da permettere a questi di tornare sulla terra.
Da qui, discese l’uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, in modo da ingraziarsi le anime dei defunti, o di appendere lanterne ricavate nelle zucche, le famose jack-o-lantern, per guidarne il cammino.
Anche l’usanza del trick-or-treat, cioè del “dolcetto o scherzetto”, che ogni 31 ottobre fa spostare di casa in casa migliaia di bambini americani vogliosi di dolci e altre leccornie, deriva appunto da questa credenza: i bambini si travestono così da impersonare degli spiriti, fanno visita alle famiglie guidati dalle lanterne zucca e ottengono dolci in cambio della loro “benevolenza”.
Certo, ormai ai giorni moderni proliferano maschere, vestiti e costumi che poco hanno a che fare con la tradizione di Halloween – soprattutto quelli sexy indossati da tante avvenenti fanciulle – ma poco importa.
Altra usanza è quella di apparecchiare la tavola per la cena di Halloween aggiungendo un posto in più, per rendere omaggio ai defunti.
Halloween: Samhain

La tradizione di Halloween risale allo Samhain (sow-en), ovvero la celebrazione dell’anno nuovo presso l’antico popolo celtico.
Samhain, che tradotto significa “la fine dell’estate,” cadeva nel periodo alla fine di Ottobre, quando il cima diventava più freddo. L’arrivo di Samhain stabiliva quindi il cambiamento di stagione.
I Celti, che formarano una vera e propria società intorno all’anno 800 D.C. erano un popolo dedito all’allevamento. Quando cominciava a far freddo, i pastori portavano il loro bestiame a valle. Questo spostamento era di grande rilevanza sociale. Nei mesi invernali infatti, si stava a casa, facendo lavori manuali e passando molto più tempo insieme ai propri famigliari.
Samhain portava anche l’ultimo raccolto dell’anno, evento festeggiate contemporaneamente in molte diverse culture.
Secondo la tradizione Celtica i momenti di transizione tra due stati (come il cambio di stagione appunto) avevano particolari poteri magici. Samhain era il più grande ed importante momento di transizione dell’anno: portava cambiamento climatico e spostamento della popolazione.
I Celti credevano quindi che questo potente momento magico potesse aprire una sorta di connessione con il mondo dei morti, coloro cioè che avevano fatto esperienza dell’ultima transizione, quella tra la vita e la morte.
Si credeva infatti che durante il Samhain mondo dei vivi fosse in stretto contatto con quello dei morti, e che gli spiriti dei morti viaggiassero nuovamente sulla terra.
Molte delle attività svolte durante Samhain riguardavano proprio questa credenza ed oggi si sono sviluppate in vere e proprie tradizioni di Halloween.
Il popolo dei Celti non scriveva le loro tradizioni, ma le tramandava oralmente, così che di generazione in generazione le leggende e le credenze si arricchivano di nuovi particolari.
Halloween: Jack O’Lantern

La zucca intagliata che rappresenta l’icona fondamentale della festa di Halloween è conosciuta ormai in tutto il mondo. Pochi, però, sanno a cosa si riferisce esattamente. Per trovare una spiegazione, bisogna risalire a una vecchia leggenda della tradizione irlandese, quella che parla di quell’anima prava di nome Jack.
Costui, una vecchia canaglia ubriacona e taccagna, che lavorava come fabbro, si trovava ad arrancare faticosamente verso casa nella notte di “Ognissanti” (All Hallows Eve), pieno di birra scura fin sopra gli occhi. Ma ormai il suo fegato era allo stremo dopo tante fatiche alcoliche, e quella notte stessaun attacco di cirrosi epatica sarebbe stata la sua condanna.
La fortuna volle che il Diavolo, avido e in anticipo sui tempi, decidesse di reclamare la sua anima prima che il senno dell’irlandese svanisse del tutto. Jack, vista la sua pessima situazione, decise di giocarsi il tutto per tutto. Impietosì il Diavolo, convincendolo a esaudire unultimo desiderio. Il Diavolo, che in questa storia non è malvagio come lo si descrive, accettò.
Jack chiese, come ultimo desiderio, di farsi un’ultima bevuta.
“Purtroppo”, disse al Signore delle Tenebre, “non mi ritrovo nel portafoglio neppure il becco di un penny. Pertanto, signor Diavolo, potrebbe trasformarsi in una moneta da sei penny, onde consentirmi quest’ultima bevuta?”.
Il Diavolo, che evidentemente quel giorno era di buon umore, decise di agevolare l’ubriacone, ma, non appena si trasformò in una moneta da sei penny, si trovò imprigionato dal furbo Jack, che lo infilò velocemnete nel suo portamonete, in compagnia d’un crocefisso d’argento.

Il Diavolo, in quest’occasione decisamente un povero diavolo, era molto arrabbiato: come ci si fa a fidare degli uomini?
Però, non potendo trasformarsi nella sua reale forma per l’effetto deleterio del simbolo cristiano, il Diavolo accettò l’ulteriore proposta fattagli di Jack: posporre di un anno la presa della sua anima.
Il Diavolo, scornato, se ne tornò da dov’era venuto, e Jack decise che in quell’anno avrebbe fatto di tutto per migliorare il proprio comportamento. Ma i suoi buoni propositi ben presto svanirono nel nulla e il fabbro ricominciò con la vita dissoluta: così l’anno a seguire, la notte di Ognissanti, si ritrovò ancora a dover affrontare il Diavolo.
Quest’ultimo, evidentemente un diavolo “di classe inferiore” non molto saggio o particolarmente stupido, invece di strappare subito l’anima a Jack e scaraventarla nella Geenaa, acconsentì a esaudire, prima, un suo nuovo desiderio.
“Senta, signor Diavolo, non potrebbe aiutarmi a prendere quella mela lassù, all’estremità di quel ramo? Le sarei grato per tutta la vita…”, gli disse. Il Diavolo, non vedendoci possibilità d’imbroglio, annuì, e si mise sulle spalle di Jack, al fine di afferrare il pomo.
Una volta, il suo superiore aveva imbrogliato l’uomo, con quel frutto, ma questo povero Diavolo, che non conosceva la legge del contrappasso, ignorò la valenza simbolica del gesto. Mentre lo afferrava, il furbo Jack, sotto di lui, incise rapidamente sul tronco dell’albero una croce, così che il Diavolo non riuscì a scendere, rimanendo appeso al ramo come un fesso (qual era).
Nel tentativo di impietosire Jack, il Diavolo gli promise di lasciarlo in pace per dieci anni. Ma Jack rilanciò: “Se la faccio scendere, signor Diavolo, lei mi deve promettere che non pretenderà mai più la mia anima”.
Non potendo fare altrimenti, il Diavolo accettò.
Jack visse e prosperò a lungo? Macchè. Il suo fegato non tenne conto di questi accordi e un anno dopo decise che non ce la faceva più, così Jack… morì.
Siccome di andare in Paradiso proprio non era il caso, visti i suoi trascorsi goderecci, Jack si presentò alle porte dell’Inferno. Il Diavolo, a cui bruciavano ancore le umiliazioni inflitte dall’ubriacone, gli sbarrò la strada.
“Una promessa è una promessa”, disse furibondo, “pertanto, caro il mio Jack, vattene da qui: io non ti voglio.”
Jack si guardò indietro, e vide solo buio, sulla via che avrebbe dovuto ricondurlo a casa.
“Non mi può aiutare a trovare la strada, signor Diavolo?”
Il principe delle Tenebre, che era veramente un Signore, prese un tizzone infuocato dalla fornace eterna e glielo lanciò. Jack, che per qualche strana ragione aveva con se una grossa rapa, la intagliò e ci mise dentro il pezzo di carbone incandescente, per illuminarsi la strada.
Da allora, nella notte di Halloween, se aguzzate bene la vista, vedrete una fiammella che vaga nell’oscurità alla ricerca della strada per casa.
Quello è Jack O’Lantern, letteralmente Jack della Lanterna.
E la zucca, da dove viene allora?
La zucca deriva dal fatto che gli immigrati irlandesi, fuggiti dalle loro terre per la carestia della metà del XIX secolo, una volta arrivati in territorio americano, non trovarono rape sufficientemente grosse da poter essere intagliate. Quel che trovarono fu una notevole quantità di zucche, che sembrarono un degno sostituto della rapa.

La zucca venne utilizzata perché si pensava che, durante la notte di Ognissanti, potesse tenere lontane dalle case gli spiriti dei defunti che, al pari di Jack, tentavano di ritornare alla propria casa.
Per questi motivo, se la notte tra il 31 ottobre e il 1 Novembre vi venisse voglia di un bel risotto di zucca, non buttate via la scorza del vegetale, ma intagliatela e metteteci una candela… farete una bella figura e proteggerete voi e i vostri cari!
Halloween: Dolcetto o Scherzetto

Durante il Medioevo, una pratica popolare per Ognissanti era la preparazione della “soul cake” (torta dell’anima): si trattava di un semplice dolce fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
Nella tradizione chiamata “souling”, i bamibini andavano di porta in porta chiedendo un pezzo di torta, proprio come nel trick-or-treat moderno. Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva dire una preghiera per l’anima di un parente defunto, o per un parente di chi aveva dato loro la torta in questione.
Le preghiere dei bambini dovevano servire alle anime dei defunti per trovare l’uscita dal purgatorio e arrivare così al paradiso.


     

One Response to "Le origini e la storia di Halloween"

  1. deathestinagente ha detto:
    29 Ottobre 2017 alle 19:46

    Non riesco a capire dove vuoi arrivare presentando in questo sito tale storia che non ci appartiene e che è diventata tra noi una delle più deplorevoli strumentalizzazioni moderne del sacro a scopo commerciale (in questo caso della festa cristiana cattolica di Ognissanti). Puoi dire che una in più non fa la differenza, visto che fra poco viene Natale e la sagra continua.

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