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Le conseguenze del Peccato originale – Noè

15 Settembre 2010 | Filed under: Bibbia, Morale
     

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Le conseguenze della Colpa
Il Peccato originale priva gli uomini dei dono preternaturali: perdendo la piena comunione con Dio, perdono la pienezza dell’Amore, la Sapienza, la Scienza, l’immortalità.
In essi subentra la vergogna, il rimorso, la paura, l’ignoranza. Il corpo, unitamente allo spirito, comincia a “logorarsi”: Gli uomini imparano a conoscere il freddo ed il grande caldo, la fame, la sete, il peso della fatica, la stanchezza, il dolore. Nel loro cuore si fa strada il dubbio, la menzogna, la gelosia, l’ira che toglie il lume della ragione e che può portare anche all’omicidio. Lo vediamo in Caino, primo figlio di Adamo ed Eva, che giunge ad uccidere il fratello di cui è geloso. Lo vediamo in suo figlio Lamec, peggiore del padre, che si vanta con le sue mogli di avere ucciso un uomo che gli aveva procurato una scalfittura ed un ragazzo, per un livido.

L’umanità diventa, dunque, sempre più perversa e, infine, del tutto dimentica di Dio. Egli vede che la malvagità degli uomini è grande e che ogni disegno concepito dal loro cuore non è altro che male, avendo accolto satana nel loro essere e avendolo scelto per loro principe. Essi, avendo cancellato dal loro cuore Dio e quindi l’amore, la giustizia, la verità, la pace, hanno scelto di vivere nel male e per il male. Dio vede che sono divenuti irrecuperabili perciò dice: “Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato, con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo “ (gli animali, irragionevoli, sono associati al destino dell’uomo, la cui cattiveria ha corrotto tutta la creazione, per il castigo e per la salvezza).

Noè – Per altro Dio non intende distruggere interamente l’opera più bella della sua creazione; Egli infatti ha già posto il suo sguardo su un uomo che aveva saputo restargli fedele, insieme a tutta la sua famiglia. Quest’uomo è Noè. Questo nome viene dall’ebraico “Noach” che vuol dire “il consolatore”. Figlio di Lamech di Matusalemme, discendente di Set, terzo figlio di Adamo, è un uomo “giusto ed integro fra i suoi contemporanei e camminava con Dio”. E’ padre di tre figli, Sem, Cam e Iafet (tutti sposati), anch’essi fedeli al Signore.

Dio Chiama Noè e gli dice: “E’ venuta per me la fine di ogni uomo perché la terra, per causa loro, è piena di violenza. Ecco, io li distruggerò insieme con la terra” (poiché anch’essa era stata contaminata a causa del peccato). “Ecco, io manderò il diluvio sulla terra per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita. Quanto è sulla terra perirà”. (Di questo diluvio esistono importanti tracce geologiche e, inoltre, esistono molte narrazioni babilonesi sul diluvio, che coincidono con il racconto biblico).

Il Signore, però, invita Noè a costruire un’arca di cipresso, spalmata di bitume dentro e fuori, lunga 150 metri, larga 25m ed alta 15m, munita di un tetto spiovente e, al centro, di una porta “a ponte levatoio”. L’arca doveva essere suddivisa in tre piani e doveva essere riempita con molte provviste di viveri. Dio provvede a rassicurare Noè dicendogli:”Io stabilisco la mia alleanza con te. Entrerai nell’arca tu, tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli”. Gli ordina quindi di far entrare nell’arca coppie di animali e di uccelli. Allorquando Noè ha eseguito gli ordini del Signore, inizia il diluvio che dura quaranta giorni e quaranta notti, così che ogni forma di vita viene distrutta su tutta la terra.

Quando si ritirano le acque, Noè, esce dall’arca e vede un mondo nuovo. Così Dio dà vita ad una nuova umanità, che benedice e a cui dà un Ordine nuovo: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore di voi sia su tutto il bestiame e su tutti gli uccelli del cielo. Quanto si muove ed ha vita vi servirà da cibo, come pure le verdi erbe.

“… Ma della vostra vita io domanderò conto… a ognuno di suo fratello… perché a immagine di Dio ho fatto l’uomo” (cfr Gn 9). Il Signore dice a Noè che non manderà più il diluvio sulla terra e gli dà un segno della sua alleanza: Egli porrà l’arcobaleno sulle nubi e così, quando addenserà le nubi Egli vedrà l’ arcobaleno e si ricorderà della sua alleanza.
Noè, uscito dall’arca , riprende la sua attività di contadino, aiutato dai suoi tre figli (Sem, da cui discenderanno i semiti), Cam (da cui discenderanno i camiti – egli poi “è il padre di Canaan”) e Iafet ( da cui discenderanno gli Iafetiti).

Noè riprende la sua attività di agricoltore e decide di piantare anche una vigna. Un giorno gli viene l’idea di spremere il succo dell’uva, beve il mosto e finisce con l’ubriacarsi. Poiché sente molto caldo, si spoglia completamente. Il figlio Cam, vedendolo nudo, comincia a sbeffeggiarlo e va dai suoi fratelli per mostrarglielo. Sem e Iafet però, pieni di rispetto per il Padre, vanno subito da lui, camminando all’indietro per non guardarlo e lo avvolgono in un mantello. Quando Noè si sveglia dalla sua ebrezza e viene a conoscenza del comportamento del figlio minore, esclama: “Maledetto sia Canaan (Cam): egli sarà il servo dei servi dei suoi fratelli”. Bendice invece Sem e Iafet. Bisogna riflette sul fatto che Noè, oltre ad essere “il padre”, a cui i figli devono rispetto ed onore, è anche il profeta di Dio e quindi, offendendo il profeta, si offende l’Altissimo.

Secondo la Scrittura, Noè aveva trecentocinquanta anni quando venne il diluvio e ne visse altri trecento. Complessivamente novecentocinquanta anni. Ma il Signore disse: “Il mio spirito non rimarrà per sempre nell’uomo, perché egli è carne, e i suoi giorni saranno (non supereranno) centoventi anni”.

Possiamo dire che Noè è il Patriarca che ha traghettato il piccolo resto dell’umanità fedele a Dio dal mondo perverso, schiavo di satana, al mondo nuovo rallegrato dall’arco della pace e della speranza.

Il Redattore


     

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