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Le blasfemie di castellucci

6 Gennaio 2012 | Filed under: Attualità
     

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Il 28 gennaio al teatro “Parenti” di Milano ci sarà lo spettacolo
“Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio” di R. Castellucci 
in cui vi è un lancio di pietre ed escrementi 
contro l’immagine di Nostro Signore Gesù Cristo.
Appello contro la cristianofobia!


Negli scorsi mesi sono stati rappresentati in Francia alcuni spettacoli blasfemi – 
Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio e Gogota pic-nic – che hanno destato l’indignazione e la protesta del mondo cattolico. Questi spettacoli stanno arrivando anche in Italia (Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio sarà in scena al teatro Parenti dal 24 al 28 gennaio 2012) ed è quindi nostra intenzione cercare, nei limiti delle nostre possibilità, di creare un’opposizione forte e pacifica. Per comprendere i motivi della protesta, presentiamo – in breve – il contenuto di questo spettacolo.

Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio
La rappresentazione teatrale ruota attorno allo sfondo che la accompagna: il Volto di Gesù dipinto da Antonello da Messina. Davanti al Volto di Cristo, però, si svolgono delle scene ambigue, morbose e disgustose: si mostra il rapporto tra un padre anziano e suo figlio che svolge le mansioni di infermiere e di domestico. L’odio anticristiano si rivela nel momento in cui entrano in scena alcuni bambini che cominciano a lanciare granate contro il volto di Gesù. 


Verso la fine della rappresentazione, l’uomo anziano va dietro l’immagine di Cristo e, mentre il Volto viene deformato, l’anziano copre l’immagine di un liquido nero, simbolo degli escrementi dell’anziano (tanto che in qualche passata rappresentazione – a questo punto – un odore nauseabondo ha invaso la sala). La conclusione della rappresentazione è di inequivocabile rifiuto di Cristo: «Tu non sei il mio Pastore».

Le reazioni del mondo cattolico francese


Queste rappresentazioni teatrali hanno spinto diversi movimenti cattolici ad organizzare manifestazioni pacifiche davanti ai teatri dove andava in scena 
Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio. Quando lo spettacolo di Castellucci, per esempio, fu portato al Théatre de la Ville a Parigi, ogni rappresentazione fu ritardata o interrotta da azioni spontanee di giovani cattolici. 

Tra le manifestazioni più importanti si possono ricordare quella del 29 ottobre a Parigi, che ha visto la presenza di quasi 5000 persone; quella del 10 novembre a Rennes e quella del 19 novembre a Toulouse, che contava 2000 persone. Queste reazioni hanno avuto una risonanza enorme grazie anche ai mezzi di comunicazione e voci autorevoli dell’episcopato hanno difeso i “cattolici indignati” e hanno protestato a loro volta. Mons. Brincard, vescovo di Puy-en-Velay, per esempio, ha giudicato l’opera di Castellucci “violenta, penosa e inutilmente provocatoria”.

L’opposizione del mondo politico

Infine, anche il mondo politico si è mosso: nel mese di dicembre 58 deputati dell’Assemblea nazionale francese hanno appoggiato l’iniziativa di Jacques Remiller (deputato dell’Unione per un Movimento Popolare) e firmato la sua dichiarazione contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo e, in particolare, contro gli spettacoli blasfemi promossi, addirittura, dalle istituzioni pubbliche. 


La dichiarazione sottolinea che: “oltre al fatto che nessuna religione accetterebbe di essere trattata in questo modo, ci si può interrogare sul “bisogno” che gli “artisti” hanno di scatenarsi contro il cristianesimo tramite lo scherno, il cinismo, l’ironia (…). Molti esprimono la loro legittima indignazione manifestando pubblicamente davanti ai teatri e alle mostre. 

Alcune possono sembrare eccessive, ma molti non sopportano più questo diluvio di cristianofobia e hanno il merito di risvegliare una certa apatia tra i nostri concittadini che, sebbene siano d’accordo con loro, non hanno il coraggio di reagire, perché terrorizzati dai media del servizio pubblico che parlano di “fondamentalisti cristiani”. Come possiamo accettare che i soldi pubblici sovvenzionino generosamente delle opere così discutibili?”

È necessario reagire

Un’offesa pubblica richiede una reazione proporzionata, cioè una pacifica protesta pubblica: Un’offesa pubblica a Dio è la maggiore offesa che si possa perpetrare poiché ha come oggetto la persona più eccellente e più degna di rispetto. Nessuno consentirebbe di vedere l’immagine del proprio padre o di una persona cara pubblicamente ricoperta da escrementi o diventare bersaglio di artefatti esplosivi. A maggior ragione, non si può tollerare che questo sia fatto alla persona più amata da milioni di fedeli molti dei quali sacrificano anche tutta la loro vita per amore di questa.


·         Nel momento in cui si offende un’immagine sacra – che è importante per molti – non si offende solo l’immagine o la persona rappresentata, ma anche coloro per i quali essa è importante. Si realizza così un atto violento e si nega il rispetto richiesto dalla più elementare convivenza sociale.


·         L’indifferenza e il silenzio dei cattolici sono la miglior arma nelle mani dei laicisti. Davanti a tanti sacrilegi che si commettono, a tante offese contro Dio, i suoi ministri e gli oggetti sacri, l’inerzia del mondo cattolico può essere una complicità col male e diventa essa stessa un’offesa.

·          La libertà di espressione, anche artistica, non può essere un principio assoluto: incontra i limiti del bene comune e dei diritti altrui. La stessa Repubblica Italiana riconosce dei limiti alla libertá di espressione e tutela il “sentimento religioso”. In particolare l’art. 21 della Costituzione vieta “gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume”, e il codice penale contempla i reati di offesa a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose (art. 404 modificato dall’art. 8, L. 85/2006) o mediante vilipendio di persone (art. 403) e il reato di bestemmia pubblica (art. 724).


Facciamo da subito appello a tutti gli uomini di buona volontà affinché si mobilitino contro questi spettacoli, affinché si riuniscano per protestare pubblicamente e non esitino ad entrare in contatto con le autorità ecclesiastiche e civili competenti al fine di impedire, essendo ancora possibile, lo svolgimento di questo spettacolo.

È possibile inviare la propria protesta ai seguenti indirizzi:


1- arcivescovo di Milano, Cardinal Angelo Scola
Piazza Fontana 2 – 20122 Milano

Telefono: 02/85561 webmaster@chiesadimilano.it

2- sindaco di Milano

centralino unico 02.02.02

sindaco.pisapia@comune.milano.it

3- Teatro Parenti

Sede degli spettacoli

via Pier Lombardo 14 – 20135 Milano

Sede degli uffici

via Vasari 15 – 20135 Milano

Segreteria di Direzione

tel 02/59995220

martinamoretti@teatrofrancoparenti.it

Ufficio stampa

tel 02/59995217

studi@teatrofrancoparenti.it


Deus non irridetur (Galati VI, 7)




http://bastacristianofobia.blogspot.com/p/la-battaglia.html


     

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