La voce del mio Angelo
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Io, giovanetto, a 14 anni, essendo chierico, fui incaricato di aver cura della lampada del SS. Sacramento, perché non si spegnesse.
I lumini che avevo a mia disposizione erano difettosi, si spegnevano in varie ore, senza che io potessi calcolarne la durata.
Nel giorno vigilavo io, ispezionando di tanto in tanto la lampada, ma nella notte come potevo fare questa vigilante ispezione?
Pregai con la semplicità e la fede di un fanciullo l’Angelo mio Custode che mi avesse svegliato un minuto prima che si spegnesse la lampada.
Un minuto, perché, a mia vergogna, non volevo perdere sonno.
Un minuto mi bastava per andare dal letto alla Cappella, dov’era Gesù Sacramentato.
Ogni notte, in varie ore, secondo il… capriccio dei lumini, mi sentivo dolcemente battere sulla spalla destra come da una morbida mano, e sentivo una placida e dolcissimo voce che mi chiamava: « Dolindo, la lampada ».
Ed io scendevo, e la lampada stava per spegnersi. La smoccolavo e ritornavo a letto.
Una notte, una brutta notte, fui pigro; che pena a ricordarlo! Sentii la mano sulla spalla, la voce che mi chiamava e, ripugnandomi di alzarmi, pensai che potevo ingannarmi.
Rimasi un minuto solo a poltrire, ma mi ripigliai.
L’Angelo dovette in quel momento illuminarmi soltanto; per delicatezza non battette sulla spalla e non parlò, giacché io ero sveglio.
Mi precipitai dal letto, scesi in Cappella, e trovai il lumino spento che fumigava. L’Angelo mi aveva chiamato esattamente un minuto prima che si spegnesse.
I miei confratelli, sorpresi che lo giungessi sempre in tempo nella notte ad accomodare la lampada, mi domandarono: « Come fai ad accorgerti che la lampada si spegne, se non si può calcolare la durata del lumino? ».
Risposi: « E’ semplice; ho pregato l’Angelo mio che mi svegliasse un minuto prima, ed egli mi sveglia ».
L’Angelo mio non venne più. Forse fu per quel delicatissimo riserbo che debbono avere le cose soprannaturali? O passò in me qualche ombra di vanità, che non lo fece più venire? Io non lo so, mi umilio soltanto.
Il fatto avvenne nella settimana di Passione del 1897, ed io sento ancora sulla spalla destra la dolcezza di quella mano, e alla soavità lenta e quasi sillabata di quella voce: « Dolindo, la lampada ».
Don Dolindo Ruotolo
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