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La vita di Laura Degan raccontata da nonna Assunta

16 Dicembre 2015 | Filed under: Servi Fedeli di Gesù
     

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V  parte

La Pasqua di Laura

Caro Angioletto, in molti abbiamo recitato il S. Rosa­rio la sera della tua partenza, ma è soprattutto la veglia del 12 settembre che merita di essere ricorda­ta. Alle ore 20.00 la nostra grande chiesa si è riempita: sembrava il giorno di Pasqua. I tre sacerdoti presen­ti, Don Rino, Don Roberto e Don Sergio sono rimasti a confessare fino a tarda notte.

Il giorno successivo a quello della tua nascita al Cielo ci offre anche altri motivi di riflessione.

La tua mamma, quel pomeriggio, mentre ti accarez­zava una manina, ti ha detto nel suo cuore: “Oh Laura, quanto vorrei che tu mi facessi ancora una carezza!”. In quel momento senti la tua manina e tutto il tuo corpicino diventare morbidi e flessibili. Molte persone possono testimoniare che tutto ciò che sto scrivendo corrisponde a verità.

Era meraviglioso vedere anche il tuo piccolo volto, distrutto sì dal male, ma non più tirato e sofferente: sembravi un piccolo angelo ornato di purezza.

La grande festa di Laura

Cara piccola martire, il 13 settembre 1994 fu il giorno della tua ultima grande festa su questa terra: non posso dimenticarlo, fu triste e insieme meraviglioso. Le persone che in gran numero venivano a darti l’ultimo saluto se ne andavano col cuore pieno sì di dolore, ma anche di tanta pace. Scrive un tuo com­pagno: “Abbiamo un grandissimo ricordo di Laura, era sempre gentile con tutti, era buona con tutti. Io volevo molto bene alla Laura”.

Quella mattina, quando arrivò la tua piccola bara bianca, la mamma disse al giovane autista di portarla via perchè era troppo presto e di tornare nel pome­riggio: il ragazzo capì e si rese anche conto che la nostra famiglia godeva di una presenza molto par­ticolare. Quando ritornò aveva un’auto tutta bianca e piena di fiori, per trasportare un Angioletto come te. Si stava realizzando la profezia che avevi fatto l’anno prima parlando del tuo vestito di carnevale. Avevi detto: “L’anno prossimo mi vestirò da An­gelo”. E sembravi proprio un Angelo quel giorno, con i fiori bianchi tra i capelli, il vestitino fiorito e la coroncina del Santo Padre tra le mani.

La mamma non volle che si recitassero per te i Misteri Dolorosi, ma quelli Gloriosi.

Sei uscita da questa casa verso le 15, accompagnata dal canto della Salve Regina, e sei stata accolta in chiesa al suono festoso delle campane. Parlavano di gioia e di speranza anche i canti suonati durante la S. Messa dalla tua cara zia e madrina Daniela.

Quel 13 settembre concelebrarono 13 sacerdoti (gli altri, giunti in ritardo, seguirono la S. Messa insieme ai numerosi fedeli presenti) e il parroco Don Rino ebbe per te parole commosse e toccanti: ti aveva sempre seguito da vicino e poteva quindi ricordare i momenti più significativi del tuo lungo Calvario. I 13 sacerdoti recitarono il “Padre Nostro” tenendosi per mano e con le braccia alzate: con i loro paramenti bianchi sembravano un girotondo di Angeli!

I presenti erano così numerosi che la chiesa non riusciva a contenerli tutti. Molti di loro erano bambi­ni della scuola elementare e materna accompagnati dalle loro insegnanti.

I tuoi genitori seguirono la cerimonia di addio con molta serenità trovando anche la forza di cantare. La mamma indossava un abito dalla storia molto par­ticolare: glielo aveva acquistato quel giorno stesso zia Marcolina. Alcuni mesi prima tu avevi consigliato con entusiasmo la mamma di comprarlo: «Mamma, compralo, è molto bello!». La mamma allora non lo aveva fatto, ma tu evidentemente lo desideravi proprio per lei e hai provveduto a farglielo avere per il giorno della tua festa, ispirando la zia che non conosceva affatto questo tuo desiderio. Che cosa pensare piccola stellina?

C’era un legame così forte fra te e la mamma che hai scelto per lei l’abito per la tua ultima festa: tu e mamma, con il vestito nuovo e fiorito, sembravate due primavere, una in terra e una in Cielo! Accompagnarono la tua uscita dalla Chiesa le note festose dell’organo e delle campane, seguite dal forte applauso delle due ali di folla. Sulle porte della chiesa c’erano tante tue fotografie insieme al tuo ultimo disegno fatto per la Madonnina il 16 luglio: era proprio una grande festa, tutta per te!

Un lungo corteo si snodò dalla chiesa al cimitero per seguirti fino alla tua ultima dimora su questa terra. Al momento dell’estremo saluto il cielo limpido e luminoso all’improvviso si oscurò e scoppiò un vio­lento temporale. Tanti dissero che con quell’ac­quazzone tu ci stavi chiedendo di purificare i nostri spiriti, mentre una signora ricordò la tradizione che dice che piove sempre in abbondanza quando muore un Santo.

Quel giorno tutti tornammo a casa molto bagnati, ma nessuno si prese neppure un piccolo raffreddore. Come sei grande e misteriosa, piccola Laura! 

 


     

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