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La talare è un abito da lavoro, non un’uniforme

28 Giugno 2017 | Filed under: Clero, Spiritualità
     

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Portare la talare può e deve essere una forma di preghiera, ma non diventa tale semplicemente indossandola

La talare è l’abito da lavoro dei chierici e di coloro che si preparano ad essere sacerdoti. Il primo giorno in cui l’ha indossata, un seminarista ha ricevuto una lettera da un suo amico, di qualche anno più grande. Questo è ciò che ha imparato sul suo abito talare:

La talare. Oggi, nei tuoi occhi, è più bella di un abito da sposa. Hai ragione ad essere felice di indossarla; dopo tutto, aspetti questo da quando sei entrato in seminario.

Mi auguro solo che tu sia altrettanto felice quando essa diventerà ciò che il suo colore implica, cioè una veste mortale, un’uniforme morente. Oggi è un abito da sposa che entusiasma te, la tua famiglia e i tuoi amici. Sii ugualmente entusiasta anche quando comincerà ad essere il tuo isolamento, la tua gabbia e la fornace dove Dio ti scioglierà e ti purificherà, un eremo scomodo.

Questo abito da sposa, quando necessario, sarà la tua armatura, a condizione che ti ricordi di usarla in questo modo. Portare la talare può e deve essere una forma di preghiera, ma non diventa tale semplicemente indossandola.

Tasche. In quelle profonde vanno tutte le cose che condividerai con gli altri. Tieni sempre qualcosa da offrire ai bisognosi e ai bambini. Ricorda che gli altri apprezzeranno qualche soldo, il tuo sorriso e una parola di conforto più degli inni che canti impeccabilmente. Questo perché le persone hanno bisogno innanzitutto di sentire che sono amate, al punto da essere sicure che questo sia vero.

La tasca interna. Contrariamente a quanto pensano gli esperti della moda degli arcipreti, non serve per tenervi una penna costosa. Mettici le lettere a cui non sai come rispondere, le note con i nomi di coloro per cui hai promesso di pregare, le bollette di altre persone che hai deciso di pagare al posto loro, gli indirizzi che sai dovresti visitare (perché chi ci vive non verrà mai da te), immagini di cani, gatti, nipoti e persone innamorate, così come foglie di alberi e disegni regalati dai bambini. Tieni piena questa tasca, sempre.

Che il tuo abito ti sia sempre di fastidio e d’ostacolo, quando ti farà sembrare un pavone che cade nel tentativo di fare piroette. Possa essere sempre il motivo di inciampo quando ti sbagli. Non ti preoccupare, saprai rialzarti a modo tuo. Non avere paura di tenerlo in mano e di correre per aiutare il tuo prossimo, anche se dovessi apparire buffo come un pagliaccio.

Mi auguro sinceramente che la tua talare mostri i segni bianchi del sale: quelli sulla schiena saranno le scie del tuo sudore, quelli sul petto saranno i segni delle lacrime, sia tue che di coloro che, abbracciati a te, confideranno a te le loro centinaia di preoccupazioni, grandi e piccole, serie e folli. Vorrei che questi segni bianchi del sale appaiano prima dei tuoi primi capelli grigi.

Non temere di stropicciare o sporcare il tuo abito, quando andrai a salvare i bisognosi e i feriti. Non esitare a strapparlo per farne delle bende con cui curare le ferite. Ricorda che, se necessario, può persino essere trasformato in un mantello o una tenda.

Che possa usurarsi rapidamente sulle ginocchia e sulle spalle, segni della tua preghiera e del tuo farti carico dei pesi degli altri. Che possa non avere queste tracce sulla schiena e sui gomiti, segno che sei stato seduto a lungo o che hai sgomitato per farti strada attraverso la folla. Ama il tuo abito, ma non amare te stesso mentre lo indossi. Innanzitutto, ama la Chiesa che te lo ha dato. E ama decisamente di più Gesù, che ti ha offerto la Chiesa e che ti ha offerto alla Chiesa, per la qual cosa io Gli sono così grato.

  1. Ricorda che qualunque passeggero sull’autobus o sulla metro ritiene di avere più diritto di un prete a sedersi. Francamente, non ha importanza se abbiano ragione o no. Quello che conta è che anche quando le persone ti odiano, non devono odiare Dio. Sempre più persone ti guarderanno; dopo tutto, la tua talare ti dà molta visibilità. Intimidisce anche, e ci saranno sempre meno persone abbastanza coraggiose da criticarti. Ciò non significa, però, che non ce ne sarà motivo: ricorda che il tuo abito non è la confezione di un prodotto pronto. Il Signore ti ci ha avvolto per nascondere misericordiosamente le tue inadeguatezze e carenze. “Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica” (Giovanni 13:17).

Dk. Michał Lubowicki/Aleteia Polonia


     

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