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La storia di Biagio Conte che si trasforma in Fratel Biagio

15 Ottobre 2012 | Filed under: Recensioni
     

La Città dei poveri

Qual è il senso della vita? Domanda impegnativa. La storia di Biagio Conte, uomo palermitano che ha lasciato tutto per dedicarsi agli ultimi, ci consegna una risposta. Biagio è un ragazzo come tanti, vive in una famiglia agiata, un futuro nella ricca azienda paterna. A diciotto anni aveva già un fuoristrada, una bella moto, una fidanzata e un armadio ricolmo di vestiti firmati. Un giorno, camminando al mercato Ballarò, incrocia gli occhi rassegnati di un bambino povero, visione che gli spacca il cuore. Lui in giacca in cravatta, con la macchina sportiva parcheggiata poco distante, incontra la povertà di Palermo, di chi non possiede nemmeno le scarpe e indossa vestiti stracciati.

Da quel giorno Biagio non è più la stessa persona, al ritorno da ogni festa si sente vuoto, malinconico, non riesce più a liberarsi da una persistente inquietudine. Cerca risposte nei libri di psicologia, di filosofia, ma dopo un breve sollievo, la confusione è ancora più grande. Trascura il lavoro, non esce più con gli amici, e se ne sta chiuso nella sua stanza e leggere, dipingere, a scrivere. I torti della società gli pesano come un macigno: la povertà, lo spaccio di droga, la disoccupazione, la mafia. Si sente impotente e tutte queste ingiustizie lo fanno soffrire. Decide di partire per Firenze, vuole trovare un mondo diverso e diventare un artista (all’età di ventitré anni).


Ma anche questa si rivela un fallimento: come studente, come imprenditore e come artista il suo bilancio è in “rosso”. Si chiude in stanza nella casa dei genitori a Palermo, non vuole nemmeno mangiare. Psicologi e psichiatri cercano un rimedio ma nulla. A un certo punto vede un crocefisso alla parete e nota in quegli occhi la disperazione dei bambini poveri di Palermo ma anche salvezza e riscatto. Decide di improvviso di partire, di vivere tra le montagne, di lasciare tutto. Scrive una lettera ai genitori e va via.

Per oltre un mese vaga per le montagne siciliane senza una meta, senza cibo, senza soldi, mangiando bacche, fave, erbe selvatiche. Si ferma in una fattoria tra Catania e Caltanissetta, trova un posto dove dormire e lavorare. Impara a fare il formaggio, a mungere le pecore, concimare nei campi, pulire le stalle. Dopo nove mesi decide di partire di nuovo. Parte per Assisi a piedi, in questo viaggio lo accompagna un cagnolino che lui chiamerà Libertà. Tante le peripezie affrontate da questo giovane che dorme dove capita, anche con un barbone che gli offre i suoi cartoni e che riceve come regalo tutti i suoi soldi guadagnati in fattoria.

I genitori nel frattempo erano preoccupatissimi e si rivolgono alla trasmissione “ Chi l’ha visto?”. Diventa un caso nazionale. Lo trovano ed è commovente l’incontro tra madre e figlio nella sede Rai di Cosenza. Biagio però dice che vuole proseguire quel viaggio come lo aveva cominciato, cioè da solo e a piedi, e prosegue arrivando fino ad Assisi. Ad Assisi si ferma quindici giorni e matura l’idea di tornare a Palermo, ma in maniera diversa. (Continua)

Riccardo Rossi

     

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