La storia della salvezza – Mosè
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Giuseppe, Vicerè d’Egitto, volle che Giacobbe suo padre e tutto il suo parentado, ch’era di settantacinque anime, scendesse in Egitto, quivi vissero vi morì lui e i padri nostri: i quali tutti furon trasportati a Sichem, e posti nel sepolcro che Abramo aveva comprato a danaro da’ figli di Emor in Sichem. Ma come si avvicinava il tempo della promessa che Dio aveva fatto ad Abramo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto; e venne su un altro re, che nulla sapeva di Giuseppe. Costui, usando astuzie contro la nostra stirpe, trattò duramente i nostri padri, sino a comandar loro d’esporre i neonati perchè non vivessero.
In quel tempo nacque Mosè, caro a Dio; e fu nutrito per tre mesi in casa del padre suo; ma poi che fu esposto, la figliuola di Faraone lo raccolse e se lo allevò come figlio. E così, istruito in tutta la sapienza degli Egiziani, divenne potente in parole e in opere. E quando fu su’ quarant’anni, gli entrò in cuore di visitar i suoi fratelli, i figli d’Israele. E vistone uno maltrattato, lo difese e vendicò l’oppresso, uccidendo l’Egiziano.
Egli credeva che i suoi fratelli avrebbero che Dio li voleva salvare per mezzo di lui; ma essi non l’intesero. Il giorno seguente, comparve tra loro, mentre alcuni litigavano, e li esortò alla pace, dicendo: – O uomini, voi siete fratelli, perchè vi maltrattate l’un l’altro? – Ma colui che maltrattava il prossimo, lo respinse, e gli disse: – Chi ti ha costituito nostro capo e giudice? Mi vuoi forse uccidere, come ieri uccidesti l’Egiziano? -A tal parola Mosè fuggì, e se n’andò come forestiero nella terra di Madian, dov’ebbe due figliuoli.
In capo a quarant’anni, un angelo gli apparve nel deserto del monte Sion, nella fiamma d’un roveto ardente. E Mosè, veduto ciò, si stupì di quella visione; e come si accostava per considerar la cosa, si fece udire questa voce del Signore: Io sono il Dio de’ tuoi padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. – E Mosè, tutto tremante, non ardiva più guardare. Allora il Signore gli disse: – Tògliti i calzari da’ piedi, perchè il luogo dove stai è terra santa.Sì, l’ho veduta l’afflizione del mio popolo che è in Egitto; ho udito i loro gemiti, e son disceso per liberarli. Or dunque, vieni; io manderò te in Egitto. –
Guardate: questo Mosè, che avevano rinnegato dicendo: – Chi ti ha costituito capo e giudice? -, Dio lo mandò come capo e liberatore sotto la guida dell’angelo apparsogli nel roveto. Fu lui che li trasse fuor dell’Egitto, facendo prodigi e miracoli, nel paese nel Mar Rosso e nel deserto, per ben quaranta anni.
Questo è quel Mosè, che disse a’ figliuoli d’Israele: “Dio vi susciterà di mezzo ai vostri fratelli un Profeta; ascoltatelo, come me avete ascoltato”.
È questi che si trovò nell’assemblea del deserto con l’angelo che gli parlava dal monte Sinai e co’ padri nostri, e ricevette parole di vita per darle a noi. Eppure i padri nostri rifiutarono di ubbidirgli, anzi lo rinnegarono, e, rimpiangendo in cuor loro l’Egitto, dissero ad Aronne: – Facci degli dèi che ci guidino; perchè di questo Mosè che ci trasse dalla terra d’Egitto, noi non sappiamo che ne sia stato. E in quei giorni fecero un vitello, offersero un sacrificio a codest’idolo, ed esultarono dell’opera che avevan fatta con le loro mani.
Ma Dio si rivolse da loro, e li abbandonò al culto degli idoli, come sta scritto nel libro de’ profeti: “Casa d’Israele, eran forse vittime e sacrifici, che m’offrivate, durante i quarant’anni nel deserto, quando vi portavate appresso la tenda di Moloc e l’astro di Remfan, idoli che vi eravate fabbricati per prostrarvici dinanzi? Perciò, io vi farò deportare al di là di Babilonia”.
Il tabernacolo della testimonianza era coi padri nostri nel deserto, come Dio aveva ordinato parlando a Mosè, che lo facesse nella forma che gli fu data a vedere. Mosè morì sui confini della terra promessa lasciando per successore Giosuè.
Discorso di Stefano
Atti, 7, 1-46
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