La stanza della poesia
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Lazzaro
Marta e Maria colpite siete
da straziante dolore:
Lazzaro vostro fratello,
già non è più tra i vivi:
ma ecco il lamento si smorza, tace.
Improvviso grido di attesa,
di meraviglia lo ricopre.
Vi sorprende ancora
la sua voce nota:
il Maestro è arrivato,
ma già la morte nera
a voi nemica, ha trionfato.
a voi nemica, ha trionfato.
Nella musica del silenzio
la sua voce imperiosa comanda:
la sua voce imperiosa comanda:
“Lazzaro vieni fuori!”.
Sconfitta morte, vittoriosa vita.
Sconfitta morte, vittoriosa vita.
Lazzaro si risveglia:
traballa incerto,si muove,
ora avanza
fra attonita folla amica,
stupore immenso,brivido di fede.
stupore immenso,brivido di fede.
… Ed io, ancora oggi, murata
sono nel sepolcro
delle mie attese vane,
aggrovigliata in amare sconfitte
di perché senza risposta
e vento di angoscia mi percuote,
mi avvolge tetro.
Ma ecco, nuovo miracolo,
compiuto da altrui fede,
mi porta a guarigione attesa:
“Rosarita, vienifuori!”
Ascolto:raggio di luce
squarcia brume di paure.
Una mano si allunga amica
sfiora la mia.
Una mano si allunga amica
sfiora la mia.
Mi risveglio, mi scuoto,
risento una voce, la Tua?
Riso sul volto e musica nel cuore.
Riso sul volto e musica nel cuore.
Rosarita De Martino
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