La Serva di Dio Angela Iacobellis – II parte
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LA SUA ANIMA È TUTTA PER IL SIGNORE – Dal giorno della sua Prima Comunione, tutte le domeniche, immancabilmente, e le altre feste dell’anno, non abbandonò più la S. Comunione, non dimenticando mai il Messaline, che sapeva usare a meraviglia. In famiglia e in Parrocchia, chi la osservava, ammirava in silenzio le manifestazioni di fede e di fervore di una bambina di così tenera età e rifletteva sul fatto che sapesse I interrompere il sonno alle sei del mattino, senza farsi pregare per andare a Messa e ricevere la S. Comunione: significava che la virtù soprannaturale agiva in quell’anima, attraendola al divino.
Fede e amore a Gesù Eucaristico aumentavano sempre più col progredire degli anni; durante le passeggiate, passando davanti ad una Chiesa, non poteva non entrare per raccogliersi in preghiera. Quand’era ad Assisi, ospite delle Suore Clarisse, rinunziava con gioia al riposo pomeridiano, per stare nella Chiesa vuota, in quell’ora, tutta sola ad adorare Gesù Sacramento. Le Suore del Convento di S. Chiara l’amavano teneramente, la conoscevano fin da piccola (passava, infatti, le vacanze con i suoi ad Assisi) e la seguivano spiritualmente, e lei passava ore ad ascoltare i sermoni spirituali che le impartiva Madre Imelda.
DALLA FEDE ALLE OPERE – Angela, in coerenza con il suo grande amore verso Gesù e Maria, aveva orrore di qualunque peccato, in particolare per la bestemmia, e così, quando l’udiva, era presa da un immediato e visibile fremito di dolore, quasi fosse lei stessa personalmente e dolorosamente colpita. Stringeva allora in modo quasi convulso il braccio di chi le era accanto supplicando: “Su presto, andiamo a fare riparazione, recitiamo subito una Salve Regina”.
Amava il prossimo, non voleva veder soffrire nessuno e dava a chi era afflitto una parola di conforto e di gioia che lo consolasse; molti dei suoi giocattoli li regalava ai bambini poveri. Offriva con generosità al povero che incontrava per la strada la piccola moneta che recava con sé e soffriva ogni volta che, incontrandolo, non aveva nulla da offrire. Tutta la sua giornata era un sorriso di carità che rallegrava l’ambiente e confortava ogni cuore: la piccola era piena di Dio, che è Carità inesauribile, infinita Bontà, e lei si esprimeva così, come Gesù aveva insegnato nel Vangelo.
STILE DI VITA e VESTIARIO – Lo straordinario rispetto che Angela aveva della casa di Dio risalta da un episodio che le Clarisse fecero pubblicare sulla: “Rivista Internazionale di S. Chiara d’Assisi” e che riportiamo fedelmente. “Non si era mai vista tanta gente visitare la Chiesa di S. Chiara in Assisi, e la Suora aveva un bel da fare per impedire che le signore non convenientemente vestite entrassero nella casa di Dio. Alle sue implorazioni, le turiste rispondevano con risate ironiche; la suora taceva ma gli occhi le si riempivano di lacrime.
Una bimbetta bruna e vivace osserva tutto, ascolta, pia, indignata, corre verso la suora e le dice con voce ferma: “Non pianga…adesso l’aiuto io a cacciare queste sfacciate”. La clarissa sorride alla piccola amica, ma questa è seria, di una grevità ben superiore ai suoi sette anni. Un pullman arriva e la piccola si ferma alla prima porta della Chiesa: “Le signore devono coprirsi bene se vogliono visitare il Santuario”.
Le persone sorridono benevole, molte si coprono subito, qualcuno lo fa di malagrazia. Una signora finge di non sentire e gira, per evitare la bambina ed entrare ugualmente, ma Angela le impedisce il passo e: ” Ho detto che deve coprirsi: lei ne ha più bisogno delle altre!”. Tutti ridono e la signora, indispettita, fa per tirare fuori un velo trasparente. “Questo non serve a nulla” dichiara la bimba.
La malcapitata signora la rimbecca in malo modo: “Anche tu sei scoperta!”. “Io ho solo le braccia scoperte perché sono ancora bambina, ma quando sarò grande come te, verrò a farti vedere come sarò vestita: lasciami il tuo indirizzo”. Questo episodio a presentazione della piccola Angela: aveva solo sette anni quando parlava così. (Continua)
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