La più stupida delle passioni
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L’impurità è il flaccido schermo che c’impedisce di vedere Dio in questa vita e nell’altra, perché è concentramento nella carne, ed e assurdo che colui che si rende schiavo della carne possa sollevarsi a Dio che è purissimo Spirito. San Paolo si lamentava di avere in sé una doppia legge, una che lo traeva alla terra ed una che doveva sollevarlo al cielo, e si dichiarava infelice per la miseria della carne, sospirandone la liberazione: «Infelice me, uomo; chi mi libererà dalla morte di questo corpo?».
Eppure l’impurità ci si presenta come piacere, come felicità dei sensi. È la generale e la più stupida delle passioni, che travolge l’uomo dall’infanzia alla estrema vecchiaia. È stupida, perché per un diletto obbrobrioso produce uno sconvolgimento penoso, che porta con sé la sanzione di malanni penosissimi.
Qualunque passione ha l’illusione di raggiungere quello che brama, anche se le costa sacrificio. L’impurità non raggiunge mai quello che brama perché, quando crede di averlo, è come fuoco che, bruciando, consuma, che, dilettando, degrada, che, soddisfatta, lascia più furente la brama.
È desolante il pensare che nel Giudizio universale, dove sono raccolti miliardi di uomini di tutti i secoli si numerano solo centoquarantaquattromila segnati dell’aureola della purezza che seguono l’Agnello divino dovunque vada. Eppure gli eletti, purificati dalla penitenza e dalla misericordia di Dio, sono certamente un esercito sterminato, e vanno tutti incontro a Dio, purissimo Spirito.
Portano tutte le stimmate della misericordiosa purificazione del Purgatorio che anche allora fa capire quanto è necessario essere puri per ascendere a Dio, purissimo Spirito. Tra tanti miliardi di creature una sola è purissima, l’Immacolata Vergine Maria che poté ascendere al Cielo anche con il corpo, senza passare per la purificazione della morte, assunta alla gloria, immersa tutta in Dio, come nessuna creatura poté slanciarvisi.
Don Dolindo Ruotolo
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