La Passione di Nostro Signore Gesù Cristo
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La Passione di Gesù è la più grande prova che ci dà per dimostrare l’Amore verso ognuno di noi. Già i miracoli sono straordinari come il suo insegnamento, infatti nessuno prima di Lui aveva compiuto qualcosa di simile, nessuno aveva potuto dare dimostrazioni cose evidenti di essere il Figlio di Dio.
Il dato principale e che non dobbiamo perdere di vista è la consegna che Gesù fa di se stesso ai suoi nemici, infatti Egli poteva polverizzarli tutti o pietrificarli per non agire contro Lui o compiere qualsiasi atto degno di Dio per renderli inabili a compiere anche un solo gesto contro la sua Persona.
Gesù essendo Dio, li lascia liberi di agire secondo lo spirito che posseggono, ma forse è lo spirito satanico che possiede loro.
Ogni persona avrebbe agito diversamente da Gesù proprio perché umana, da Lui ci arriva un insegnamento strabiliante e meraviglioso, ci dimostra il suo Amore infinito con una morte che non solo Lui non merita, neanche tutti noi siamo degni di una tale Grazie.
Per Amore, solo per Amore Gesù ha redento l’umanità e nella logica di Dio, perfettissima, la morte di Croce è la vittoria sulla morte e sulla sofferenza. Era necessario che Dio diventasse Uomo senza salvare l’uomo solo con molteplici miracoli, altrimenti l’uomo senza meriti si ritrovava in Paradiso, ma il Paradiso è una conquista, un premio che meritano i giusti.
Il Paradiso è una conquista personale in risposta all’azione divina, con un amore totale verso Dio accettando ogni sacrificio di se stessi.
Il punto proprio oggi è questo: era necessario morire in croce per salvare noi? La perplessità rimane se non si studia sul Libro più importante che è la Croce: contemplandola troviamo ogni risposta. Gesù inchiodato alla Croce è l’immagine più sconvolgente che possiamo immaginare, ma è il segno della sua vittoria sui diavoli, sulla morte, sulla sofferenza, sul peccato.
Dio si fa Uomo per soffrire nella natura umana e dimostrare ad ogni persona che la sofferenza e la morte non vanno più considerate come punizioni o disgrazie, sono in realtà esperienze redentive, e la migliore prova ci arriva da Gesù che affronta l’una e l’altra. La sua morte in Croce è la prova più grande dell’Amore che Dio ha per ognuno di noi, ha voluto sperimentare tutto quello che viviamo tranne il peccato.
Gesù muore in Croce e assume su di sé la sofferenza e la morte, rendendole “buone” proprio perché tutto quello che è in Dio è buono.
Prima della venuta di Gesù la sofferenza e la morte venivano considerate come conseguenze del peccato, dopo la dimostrazione data da Lui con la sua morte in Croce, sofferenza e morte non sono più conseguenze del peccato, ma strumenti salvifici, resi tali da Gesù. Con la sua morte in Croce fanno scaturire vita e salvezza.
Quindi, Gesù muore in Croce ma non elimina la sofferenza e la morte fisica, in quanto le ha rese salvifiche, insignite di meriti per la vita eterna.
Chi non accetta la sofferenza non ottiene alcun vantaggio spirituale, chi invece accetta con pazienza la sofferenza scopre la rinascita spirituale, perché la sofferenza è fonte di meriti. Sicuramente la sofferenza non è piacevole, come mai tutti i Santi l’hanno amata quando sono stati visitati, anche per lunghi anni?
Penso alle dolorose stimmate portate da Padre Pio per cinquant’anni, una sofferenza tremenda amata per espiare i peccati dell’umanità.
Penso alle incredibili persecuzioni e diffamazioni patite da Padre Pio per oltre cinquant’anni, sopportate con amore per espiare i peccati dell’umanità.
La ribellione alla sofferenza indica mancanza di docilità, di capacità di sopportazione e la non conoscenza di Gesù. Egli non manda mai alcuna sofferenza in quanto Dio Amore, trasforma ogni nostra sofferenza in Grazie spirituali e anche fisiche come la guarigione. Chi si ribella si dispera, chi l’accoglie e prega con umiltà e spirito di sopportazione, offrendo ogni dolore a Gesù, ottiene senz’altro Grazie straordinarie.
Gesù muore in Croce per queste ragioni tutte condivisibili, ma non dobbiamo essere noi a dare il consenso, in quanto Dio ha deciso così ed è cosa buona e giusta. Per esempio, il Signore ci comprende benissimo per avere vissuto in modo terribile una sofferenza inaudita, e per dimostrarci quanto ci ama ha preso su di sé i peccati degli uomini.
La morte se viene considerata come decomposizione e disgregazione del corpo, è la conseguenza diretta del peccato. L’opposto della morte è la vita, l’amore donativo, l’amore che trasforma tutto in bene. La morte non è un bene in sé ma con la morte in Croce di Gesù è redentiva, i buoni l’attraversano per ricevere i premi meritati in questa vita.
Il peccato porta sempre come conseguenze la sofferenza e la morte, sia spirituale che fisica nel tempo, Gesù però trasforma in bene la sofferenza. Questo fa parte del suo piano salvifico, e si fa Uomo per realizzarlo, non poteva morire come Dio. Si fa Uomo per dimostrarci un Amore infinito, Lui Onnipotente, Eterno, Immortale, dimostra che tutti noi siamo la sua vera preoccupazione.
Gesù appare come sconfitto agli scettici e a molti altri, quanti non hanno fatto l’esperienza del suo Amore. Affermano che Gesù predicava vita e salvezza, l’eliminazione della morte e del male ma tutto sembra come prima. Per quanti sono accecati dalla superbia è così, ma la verità è diversa.
Gesù davvero ci ha liberato dal peccato, dalla sofferenza e dalla morte ma in modo diverso dalla mentalità corrotta e malata. Gesù ha vinto la morte e il dolore, morendo e soffrendo, indicandoci che la vittoria è conseguenza di una lotta contro tutto ciò che si oppone al Bene.
Ognuno di noi è chiamato a vincere il peccato per restare con Dio, deve dimostrare di adorarlo sopra ogni cosa e sarà vittorioso come Lui!
La lotta al peccato è anche la prova che si vuole vivere con Lui, seguire i suoi insegnamenti apparentemente severi, ma sono pieni di un Amore manifestato sulla Croce, usandoci una Misericordia senza limiti. Oggi iniziamo la Novena alla Divina Misericordia chiesta da Gesù a Santa Faustina Kowalska.
Gesù ha preso su di sé quanto occorreva per liberarci dal male, ma non poteva assumere il peccato e lo assolve quando il peccatore si pente e ricorre alla sua Misericordia. Non libera l’uomo dal peccato perché deve essere l’uomo a desiderare la comunione con Dio, vincendo il peccato nel cammino spirituale che intraprende.
Gesù poteva salvarci in molti altri modi, ha scelto la Croce come mezzo migliore. Ci chiede di agire con coraggio per non perdere il Paradiso.
Padre Giulio Scozzaro
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