La natura comunionale del presbiterato
Questo articolo è stato già letto1064 volte!
“Qual è il fondamento della visione comunitaria del presbiterato? Già LG 28 e poi PO lo indicano non in una realtà puramente giuridica o pastorale, bensì nel sacramento dell’Ordine. Il concilio ha stabilito il carattere essenzialmente comunitario del presbiterato partendo ancora una volta dall’episcopato e, più specificamente, dalla sacramentalità e collegialità episcopale. E’ l’insistenza su questi due principi che, di riflesso, porta al recupero della dimensione comunitaria del presbiterato: recupero che avviene in due tappe logiche, più che cronologiche. Il Vaticano II dapprima mette in evidenza il legame di consacrazione -missione di tutti i presbiteri e di questi con i vescovi; poi rileva, con il recupero della nozione di presbiterio, una particolare consistenza della comunione tra i presbiteri di una stessa Chiesa particolare e di questi con il loro vescovo”.
Si tratta di una nozione che era caduta teologicamente in disuso. Entra nella redazione di PO soltanto dalla penultima redazione della costituzione LG e dalla quarta del decreto, dove si parla costantemente di presbiterio fino alle redazioni dei testi finali. “Sia in LG 28 che in PO 8 il riferimento basilare e più volte citato nelle note è Ignazio di Antiochia. J. Lecuyer si è incaricato di mostrare come le affermazioni conciliari sul presbiterio (specialmente PO 8) costituiscano una aggiornata interpretazione di Ignazio. Se in Ippolito il termine presbiterio si ritrova ancora con lo stesso significato che aveva in Ignazio, tende poi gradualmente a divenire sinonimo di presbiterato, già in Cipriano e poi decisamente in Girolamo. Da corona episcopi a dignitas: e con questa nuova connotazione passa nel medioevo e arriva al Vaticano II. In concilio, però, il termine recupera pienamente la valenza ignaziana, indicando l’insieme dei presbiteri che sono al servizio della Chiesa particolare, sol to l’autorità del proprio vescovo”.
Per approfondire il discorso e motivare la specificità della comunione tra i membri di uno stesso presbiterio, rispetto alla comunione ira i presbiteri di tutto il mondo, il concilio avrebbe dovuto i ilici lei e più a fondo sulla sacramentalità dell’episcopato e sulla teologia della Chiesa locale, dopo che la collegialità episcopale non era stata ritenuta dalla Commissione redattrice il punto di partenza adeguato. Ma questo avverrà in seguito.
Don Stefano Rosati
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.