LA MUSICA, LA PREGHIERA…CANALI CHE PORTANO A DIO
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INTERVISTA DI PIO DE BELLIS (di Musikbox)
A FRA’ CLAUDIO ( ex cantante del “Biglietto per l’Inferno” )
Ci siamo riavvicinati a Fra’ Claudio Canali, ex cantante e flautista del gruppo musicale “Un Biglietto per l’Inferno”, oggi monaco eremita, sottoponendogli una serie di domande finalizzate alla conoscenza delle sue riflessioni sull’ “epoca decadente” che stiamo vivendo, vittime della “rinuncia alla ricerca di un senso”.
Dalle risposte, un dato incontrovertibile: l’aspirazione a Cristo trasmette verità sempre viva, giammai statica, ponendo affinità ed attinenze, pur con i limiti connaturati alla materia, con la musica progressiva degli anni d’oro, da cui questo personaggio carismatico in fondo proviene, in un’ evoluzione di pensiero che lascia stupiti, vuoi per un insegnamento progrediente di “ascolto giusto” di note musicali rock e di letteratura religiosa, vuoi per un accesso ideale a un modello di vita distante dal baratro mondano.
“Abdicare dall’uomo vecchio” è opera dello Spirito Santo che, ricordiamo, trasformò gli Apostoli, da ignoranti e paurosi, in coraggiosi e sapienti. Liberiamoci, orsù, dal rischioso giogo della “consumistica sprovvedutezza”, al quale si vorrebbero definitamente assoggettare le giovani generazioni: “Così noi non saremo più dei bambini in balìa delle onde e portati qua e là da ogni vento di dottrina, a causa dell’inganno degli uomini e della loro scaltrezza nel far sviare e nel formulare l’errore” (S.Paolo agli Efesini).
Nell’assorbire il verbo cristocentrico di Fra’ Claudio, le emozioni si ancorano all’anima, analogamente a quanto ci regala, dal 1971, il progressive mantra di “Every day Jesus” dei Raminghi.
E così, staccandoci dall’arida riva della canzoncina frivola che impera tutt’intorno, divismo e vanità alle spalle, dirigiamo alla volta di questo messaggio di Luce e di Amore, con la speranza, come recitava una canzone del Biglietto, “che il nostro Dio dall’aldilà veda e perdoni la nostra empietà”.
PIO DE BELLIS
1. Quali utilità, secondo te, può trarre un giovane del nostro tempo, dalla “lezione” nascosta nel saggio consiglio “NON RISPONDERE AL MALE CON IL MALE” ?
RISPOSTA: Se rispondo con il bene al male, non mi chiudo, disperato, nel labirinto dell’odio, ma apro una porta nella Via della Luce.
Che cos’è il bene ? Di che bene intendo parlare ? Il bene cui faccio riferimento è il “bonum honestum”, ossia la virtù: si tratta di quel mondo che riguarda i valori etici, in sostanza, è il fine a cui l’uomo indirizza costantemente le proprie azioni. In questo gesto positivo è nascosta la pazienza, vero e proprio “seme di crescita”, racchiuso nell’intelligenza umana. Contrapposto ad essa domina l’istinto del bruto. La vittoria del bene, in realtà, supera ogni cosa, male incluso, in quanto viene portata dall’amore al prossimo, dalla comprensione, dalla misericordia. Può dirsi, pertanto, che il bene sempre predomina sul male, come, del resto, la Verità vince sempre sull’errore.
Nel “Discorso sulle beatitudini”, San Leone Magno Papa scrive: “Chi ha fede piange il peccato altrui o il proprio, e non per lamentarsi degli effetti della Divina Giustizia, ma perché soffre di ciò che commette la cattiveria umana. Infatti, è più da compiangere chi fa il male rispetto a colui che lo subisce, in quanto la malizia procura all’iniquo la pena. Al contrario, la pazienza conduce il giusto alla gloria”.
Ricordiamo anche le parole di Matteo : “Beati gli afflitti perché saranno consolati”(Mt. 5,4).
Fare il bene, però, non corrisponde a lasciarsi calpestare sempre: esso può coincidere, anche, con una correzione fraterna: se subisci un torto, puoi reagire attivamente, facendo capire all’impostore il peso cui costringe l’impostura, così dando una lezione di alta civiltà e di decoro, insieme: forse l’impostore migliorerà, nella misura, almeno, in cui sarà rimasto sensibile davanti all’inconsueta forma di reazione della sua vittima, autentico vincitore. E’, comunque, certo che si trovano molte difficoltà nel fare il bene, similmente a quelle che si trovano nelle sfide, ove però il premio finale può risultare pari al “cambiare la storia”. La strada è senza dubbio quella giusta.
Nel mondo moderno il pensiero debole procura molta confusione: esso porta al guasto della “bussola spirituale”, risultando, in tal modo, più facile fare il male pensando di fare il bene. E’ una sorta di perfido condizionamento, al servizio di cieche mode e malsani modelli. Quindi, per un retto discernimento tra bene e male, si debbono bere lunghi sorsi d’acqua viva, scaturente dalla fonte della Sapienza, fontana sigillata, collocata nel cuore della Chiesa, Maestra di Verità.
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