La luce della Pasqua.
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Dai segni della liturgia alla liturgia della vita.
Dai segni/simboli alla realtà significata.
Il ‘mistero’ della Pasqua oggi giunge a noi oltre che attraverso i segni/simboli della Parola e del Pane eucaristico anche attraverso i simboli antropologici ancestrali, per i quali passiamo dal segno alla realtà significata: il fuoco, la luce, l’acqua. Questi contrassegni emblematici, proprio per la loro carica simbolica, ci aiutano ad operare il passaggio dai segni della liturgia alla liturgia della vita, dai segni/simboli alla realtà significata. E in questi tempi abbiamo grande bisogno di queste operazioni soprattutto nell’intimo dell’uomo che abita e vive questa nostra società (come ho spesso ripetuto da questa “Rivista”) affinché ritrovi il senso di sé stesso, della propria umanità, della propria vita, in definitiva della propria trascendenza.
Come ampiamente e abbondantemente detto dal sociologo Zygmut Bauman oggi tutte le istituzioni si stanno liquefacendo, abbiamo strutture liquide. Si scioglie la famiglia, si scioglie l’uomo. Queste realtà plurimillenarie adesso sono in decomposizione. Ma il medesimo sociologo dice anche che nella storia del mondo c’è anche il processo inverso di solidificazione. Ci sarà questo processo, ma quando, come, ad opera di chi? Quale sarà il processo che solidificherà la società nel prossimo futuro? Quali sono i valori da recuperare in questo processo di nuova trasformazione?
Ritengo che qui c’è spazio per la Chiesa, per la sua opera di mediazione nel processo di riformazione e rifondazione dell’uomo da attuare. C’è da rifondare l’asse valoriale della persona umana che, dicevamo sembra avere smarrito il proprio essere e la propria destinazione, ma a partire da cosa? Non basta la preghiera e la carità, saremmo ciechi, dobbiamo riprendere tale azione proprio mettendo al centro dell’attenzione e dell’interesse la persona umana. Chi rispetta oggi la persona umana? Neanche essa stessa si rispetta.
Qui la chiesa ha un grande ruolo formativo che può prendere avvio dallo splendido documento del Concilio Vaticano II “Gaudium et spes” che al nr 41 afferma: “Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anch’egli più uomo. Partendo da questa fede, la Chiesa può sottrarre la dignità della natura umana al fluttuare di tutte le opinioni … Nessuna legge umana è in grado di assicurare la dignità personale e la libertà dell’uomo, quanto il Vangelo di Cristo, affidato alla Chiesa. Questo Vangelo, infatti, annunzia e proclama la libertà dei figli di Dio, respinge ogni schiavitù che deriva in ultima analisi dal peccato, onora come sacra la dignità della coscienza e la sua libera decisione”.
Lo spirito razionale è la più grande luce creata, non potrebbe minimamente sussistere se non fosse raggiunto dalla luce somma e increata che gli è superiore. “Nella tua luce, o Signore, dice il salmo (36,10), vediamo la luce“. Anche la Pasqua è un mistero di luce.
Nella Pasqua riceviamo l’annuncio che Cristo è risorto per non morire più. E questa luce della Pasqua ha un carattere più marcatamente esistenziale e morale: anche noi siamo invitati a rinascere con Cristo e a comportarci come “figli della luce“. Ecco il senso antropologico della luce della Pasqua. “Cristo luce del mondo” si canta all’ingresso in chiesa dopo la benedizione del fuoco e il preconio termina con le parole: “Cristo risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena“. È alla luce del cero, simbolo di Cristo, che si da’ l’annuncio pasquale e che è proclamata la Parola di Dio a partire dal racconto dalla Genesi fino all’annuncio della risurrezione rivolto alle donne.
Come all’inizio della storia, la luce, zampillata dalle mani dell’onnipotente Ordinatore, fu posta all’origine di ogni vita, così nell’opera di restaurazione, paragonabile ad un nuova creazione, la luce di Cristo è l’elemento primo del ristabilimento e perfezionamento operato dal Figlio di Dio. È una luce abbagliante quella che il Cristo conserva dall’evento della resurrezione tanto che Egli stesso si offusca per non colpire all’eccesso gli occhi dei suoi discepoli. Anche dell’angelo che per primo dà l’annuncio alle donne si dice che: “il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve” (Mt 28,3).
Da questa rivelazione, il lieto messaggio di Gesù raggiunge tutti. Dalla luce della Pasqua, cioè dalla vita risorta di Cristo nasce la comunità, ossia la Chiesa, partecipe dello stesso annuncio e associata al Suo mistero, depositaria e custode di tale mistero e pertanto in senso vero “luce da luce“, realtà nello stesso tempo umana e divina, temporale ed eterna. visibile e perenne. Da questo mistero lasciamoci illuminare per divenire sempre più riflesso del Risorto, lasciandoci trasformare in “figli della luce“. Cristo illumini le oscurità della nostra vita e ci conduca ad una esistenza effettiva da “figli della luce”.
Don Giovanni Basile
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