La grande preghiera, il Padre nostro
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“Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli … “ (Mt 6, 9)
Notiamo subito che la preghiera non dice “Padre mio”, perché non è un Dio personale ma è il Padre di tutti i battezzati, che sono nostri fratelli e che dobbiamo accomunare nella preghiera, perciò è doveroso invocarlo come Padre NOSTRO.
Notiamo subito che la preghiera non dice “Padre mio”, perché non è un Dio personale ma è il Padre di tutti i battezzati, che sono nostri fratelli e che dobbiamo accomunare nella preghiera, perciò è doveroso invocarlo come Padre NOSTRO.
“che sei nei Cieli”: E’ noto che Dio è onnipresente ma sappiamo pure che Egli ha creato quella beatitudine che noi chiamiamo Paradiso o Regno dei Cieli, verso cui deve essere orientata la nostra Speranza.
“Sia santificato il Tuo Nome”: il nome rappresenta la persona, pertanto noi chiediamo che Dio sia glorificato. Ovviamente ciò deve iniziare nel nostro cuore, poi espandersi su tutta le terra, così che l’Altissimo sia conosciuto per Colui che veramente è, sia amato, benedetto ed accolto nel cuore di ciascuno.
“Venga il Tuo Regno”: Gesù, più volte, precisò che il Regno di Dio non è paragonabile a quelli umani. Non ci sono Governatori, tasse, soldati, ecc., ma è un Regno spirituale, fatto di Amore, Giustizia, Verità, Armonia, gioia senza fine. Questo Regno nasce nel cuore dell’uomo che accoglie la Parola di Dio e la mette in pratica. Ma se vogliamo che Dio regni in noi, non possiamo permettere che “regni il peccato nel nostro corpo mortale (Rm 6, 12), infatti, il regno di Dio non può accordarsi col regno del peccato, come non ci può esser rapporto tra giustizia e iniquità. Perciò facciamo frutti nello Spirito, perché Dio possa dimorare in noi, il suo regno si sviluppi e l’anima diventi come una città ben governata e siano allontanati tutti i suoi “nemici” con il loro potere o influsso negativo.
“Sia fatta la tua volontà, come in Cielo e così in terra”: La volontà di Dio non è un imperio, una coercizione che ci possa sottomettere (Dio non toglie la libertà all’uomo), ma è un progetto di salvezza, amore, pace, beatitudine. Questo progetto, che già si è realizzato nel Regno dei Cieli, noi preghiamo che possa venire anche sulla terra e ci rendiamo disponibili per la sua attuazione, con il nostro impegno concreto.
“Dacci, oggi, il nostro pane quotidiano”(quello materiale e quello spirituale): In questa richiesta c’è la fiducia del figlioletto che chiede al Padre il cibo per quell’ora, perché ha fame. Non pensa ansiosamente al domani, né tantomeno all’altro giorno che verrà, perché tanto sa che il Padre non mancherà di dargli il necessario. Diceva, infatti, Gesù: “Non preoccupatevi di quello che mangerete, o di quello che berrete, o di come vestirete. Il Padre vostro sa che ne avete bisogno…Egli provvede il cibo ai passeri che non seminano e non mietono e non raccolgono nei granai. Non abbiate paura, voi valete più di molti passeri”(Mt 10, 31).
“Rimetti a noi i nostri debiti, così come noi li rimettiamo ai nostri debitori”: Dio buono e misericordioso. Egli non desidera che di perdonare le nostre miserie perché sa di che siamo fatti ma, poiché Egli è Giustizia infinita, non può ignorare il nostro comportamento verso il fratello che è in debito nei nostri confronti. “Nella misura con cui avrai misurato agli altri sarà misurato a te”(Mc 4, 24). In una parabola del Vangelo leggiamo che un re aveva un servo che gli doveva diecimila talenti… Non avendo questi di che pagare, gli condonò il debito. Questi, poco dopo, incontrò un servo come lui che gli doveva cento denari. Non avendo però di che pagare, quegli lo fece gettare in carcere. Risaputa la cosa, il re si indignò e chiamato il servo gli disse: “…non dovevi anche tu condonare il debito al tuo compagno, come io l’ho condonato a te?…E, sdegnato, lo fece gettare in prigione. Così avverrà per quanti non avranno misericordia dei loro fratelli.
“E non ci abbandonare nella tentazione”: La tentazione, di per sé, non è una cosa negativa perché è nella prova che si può acquisire il merito ed ottenere il premio. Se l’atleta non si misura con gli altri, non potrà mai vincere ed ottenere il trofeo. D’altronde, noi sappiamo che il Signore concede sempre la Grazia in rapporto alla prova da sostenere, mai in misura inferiore. In un passo del Vangelo, leggiamo: «Simone, Simone, ascolta! Satana ha ottenuto il permesso di passarvi al vaglio come il grano. Ma io ho pregato perché non venga meno la vostra fede» (Lc 22,31-32). Noi dunque chiediamo al Signore di non permettere che possiamo cadere sotto il peso della prova ma che Egli ci sostenga.
“Ma liberaci dal Male”: San Pietro così scrive “Siate sobri, vigilanti. Il vostro nemico, il diavolo, va in giro come un leone ruggente, cercando qualcuno da divorare” (I Pt 5,8) e San Paolo spiega: “Il nostro combattimento non è contro gli uomini ma è contro il potere delle tenebre”(Ef 6, 12). Il nemico di Dio è anche il nemico dell’uomo. Egli vuole indurci al peccato per trascinarci con sé all’inferno. Chi potrà salvarci da un nemico così potente se non Dio? E’ ben necessario dunque implorare l’aiuto dell’Altissimo perché ci liberi dal demonio, causa di ogni male spirituale e, spesso, anche materiale.
“Amen”: Così sia. Confermo quanto ho detto.
Don Manlio
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