La gloria è una misericordia
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È di fede che chi si salva raggiunge il suo fine per una speciale misericordia di Dio, per un cumulo di grazie che sono coronate dalla più gratuita di tutte, dalla perseveranza finale. L’anima, completamente libera, è sostenuta nella propria debolezza dalla grazia divina; essa deve accoglierla, custodirla e farla fruttificare, perché dalla grazia e dalla umana cooperazione sbocci il fiore dell’eterna vita.
Questo fiore però, anche quando è completo, non s’apre senza un calore speciale, senza un dono gratuito, che è l’ultimo impulso di vita, l’ultima forza che non rende vano tutto il lavoro della germinazione della pianta. È un mistero questo che ha dato le vertigini ai Santi, poiché è certo che anche la vita più intemerata e perfetta, non dà assolutamente parlando il diritto all’ultima grazia.
Se Dio la negasse non farebbe alcun torto alla sua creatura, dicono i Teologi, perché la gloria eterna non è un diritto ma una misericordia, e se è chiamata corona di giustizia da S. Paolo, lo è sempre subordinatamente all’ultima grazia, che nel campo soprannaturale rappresenta come l’ultimo elettrone, l’impercettibile elettrone, che nella composizione della materia ne determina la natura specifica.
Se la grazia della perseveranza finale è assolutamente gratuita, ed è come l’ultima goccia del divino Amore, che precipita, per così dire, tutta la nostra vita e la rende veramente e completamente soprannaturale, questo non vuol dire che Dio nel darla agisca a capriccio, giacché Egli è infinito amore ed infinita giustizia.
Sarebbe errore funesto il pensare che praticamente Dio possa negarla senza ragione, e possa mutare una vita di fedeltà e di perfezione in una eterna rovina. Tutto l’arduo problema si riduce a questo: la creatura non può meritare la grazia, ma può custodirla e deve custodirla.
don Dolindo Ruotolo
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