La famiglia nella creazione
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«Dio creò l’uomo a sua immagine; ad immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1, 27). Nel suo duplice genere, l’uomo è la buona, addirittura l’ottima creazione di Dio. Non è stato creato come single. «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» (2,18). Per questo Adamo accoglie la donna con un gioioso grido di benvenuto (2,23).
L’uomo e la donna sono stati donati da Dio l’uno per l’altro. Devono completarsi e sostenersi, compiacersi e trovare gioia l’uno nell’altro. Entrambi, uomo e donna, in quanto immagine di Dio hanno la stessa dignità. La loro uguaglianza nella dignità si fonda, come anche la loro diversità, nella creazione. Esse non vengono date loro da nessuno, né si danno da sé.
Non si diventa uomo o donna attraverso la rispettiva cultura, come affermano alcune forme di femminismo. L’essere uomo e l’essere donna sono fondati ontologicamente nella creazione. La pari dignità della loro diversità spiega l’attrazione tra i due. «Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi”» (1,28). L’amore tra l’uomo e la donna non è chiuso in se stesso; trascende se stesso e si concretizza nei figli che nascono da questo amore.
La prima nascita prosegue nella seconda, quella sociale e culturale, nell’introduzione alla vita e attraverso la trasmissione dei valori della vita. Per questo i figli hanno bisogno dello spazio protettivo e della sicurezza affettiva nell’amore dei genitori; inversamente, i figli rafforzano e arricchiscono il legame d’amore tra i genitori.
P. Eduardo Scognamiglio
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