La famiglia: culla per il Natale del Signore.
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Papa Francesco afferma che la “famiglia” è “il centro naturale della vita umana” da cui “si impara ad amare”, il luogo dove “la persona prende coscienza della propria dignità”.
Queste parole papa Francesco le ha dette, insieme a diverse altre e non le solite ‘tre parole’, nell’udienza concessa ai membri del Pontificio Consiglio per la famiglia lo scorso 25 ottobre. Papa Francesco sta incarnando il ruolo di ‘pastore’ con passione, dedizione e determinazione e in quanto tale sta dando un forte appoggio e impulso al ruolo, al compito e alla responsabilità della famiglia nel contesto della società odierna così travagliata e destabilizzata.
Siamo immersi in un mare di precarietà, la società sta cambiando in modo frenetico e imprevedibile, i punti di riferimento e gli equilibri sono sempre più instabili. Tutto si muove velocemente, il ritmo è frenetico, la normalità è la discontinuità. Il mondo sta’ offrendo grandi possibilità di scelta e di movimento, concettualmente e concretamente molto diverso da ciò che offriva solo pochi decenni e addirittura anni addietro. È evidente che tali cambiamenti trovano diretta e inevitabile ripercussione nei rapporti interpersonali: professionali, amicali, sentimentali, familiari.
“Viviamo in un mondo fatto di famiglie allargate, rotte e ricostruite altrimenti, un mondo di esistenze adolescenziali vissute da quarantenni, un mondo di relazioni interpersonali intercontinentali” (Dott.ssa Roberta Ristagno) – e le cronache di questi giorni ce ne danno una dimostrazione –. La quantità e la qualità dei cambiamenti stanno rapidamente modificando la nostra esistenza rendendo problematico e conflittuale – a tutti i livelli – il vivere quotidiano. Viviamo, insomma, in un mondo regolato da convenzioni, finzioni e convenienze.
Ed è appunto la famiglia, globalmente intesa, che qui ci interessa. I governanti, nostri e dell’Europa, seguendo mode, capricci e desideri, stanno riprogettando la famiglia ricontrattualizzando le regole del vivere comune. Sembra che non contino più amore, dedizione, sacrificio, servizio, dignità e … tutto viene ora ridefinito in funzione della ‘produttività’.
È venuto meno il principio d’autorità, i problemi sono nuovi e i genitori, pur animati da buone intenzioni di sviluppare buone relazioni con i figli, finiscono per essere disorientati ed in preda a dubbi, paure, ansie, da un figlio (o una figlia) che non riconoscono più, invece di fare gioco di squadra finiscono per litigare tutti fra loro. Occorre recuperare alcuni principi educativi basilari.
Le regole non sono comandi né, tanto meno, punizioni: sono spazi di libertà, e i ragazzi hanno un enorme bisogno di imparare quali sono i confini delle loro azioni, i limiti dentro i quali esercitarsi, sperimentare, essere liberi. Una buona regola: chiara, esplicita, realistica e ragionevole li aiuta a crescere autonomi e responsabili. E questo che altro significa se non dare loro una mappa dei limiti, attivare potenzialità e interessi vitali, stabilire relazioni profonde, solide, creative.
Questo ha detto papa Francesco esaltando la bellezza della famiglia cristiana e invitando ad avere cura di anziani e bambini. Ha esortato: “Genitori, perdete tempo con i vostri figli!“. Inoltre, papa Bergoglio ha ripreso le parole del Beato Giovanni Paolo II della Familiaris consortio, ed ha sottolineato che la famiglia non è una somma delle persone, ma una “comunità di persone”, fatta “di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole”.
“Ciascuno di noi – ha detto il Papa – costruisce la propria personalità in famiglia, crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa”. Nella famiglia, la persona “prende coscienza della propria dignità”. Specialmente – ha affermato il Pontefice – “se l’educazione è cristiana, riconosce la dignità di ogni singola persona, in modo particolare di quella malata, debole, emarginata”. Per questo è fondamentale difendere i diritti di questa “comunità-famiglia”, tanto più oggi che – a 30 anni dalla Carta dei Diritti della Famiglia (22 ottobre 1983) – “prevale la tutela dei diritti individuali”.
Papa Francesco ha poi evidenziato un altro punto: “La famiglia si fonda sul matrimonio”. Ovvero su quell’“atto d’amore libero e fedele”, che “è la base su cui si fonda la famiglia e rende più solida l’unione dei coniugi e il loro reciproco donarsi”. Attraverso l’amore sponsale, “primo sacramento dell’umano” si rende chiara la “vocazione della persona ad amare in modo unico e per sempre”.
Molte altre cose ha detto il Papa, che fanno sintesi in un punto: “Il segreto di tutto questo è la presenza di Gesù nella famiglia”. Ha anche esortato a proporre a tutti, “con rispetto e coraggio, la bellezza del matrimonio e della famiglia illuminati dal Vangelo”.
Giovanni Basile
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