La dottrina dello shock
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Recensione dal libro Shock doctrine
Chi sono i “doctor shock”? Cos’hanno in comune il golpe di Suharto del 1965 in Indonesia, lo tsunami del 2004 nelle stesse terre, le dittature sudamericane degli anni settanta, il thatcherismo e la guerra delle Falkland degli anni ottanta, l’aparthaid in Sudafrica, la caduta del muro di Berlino, piazza Tien An Men in Cina e la caduta delle “tigri asiatiche” negli anni novanta, la guerra in Iraq e l’uragano Katrina a New Orleans nel nuovo millennio? Lo spiega Naomi Klein nel suo ultimo libro The Shock Doctrine, tradotto in Italia come “Shock Economy”.
Il primo “doctor shock” di cui l’autrice ci porta a conoscenza è Donald Ewen Cameron, medico scozzese-americano inventore della terapia elettroconvulsiva o elettroshock. Egli sosteneva che molte malattie psichiatriche potessero essere curate cancellando la mente umana e ricostruendola con opportuni insegnamenti. Per aumentare l’effetto “tabula rasa” studiò molte altre tecniche, come la deprivazione sensoriale, l’assenza di sonno, l’induzione della paura, l’uso di stupefacenti come l’LSD. I suoi studi interessarono molto la CIA, che finanziò tutta la ricerca di Cameron e che ne riportò i risultati in un documento riservato (recentemente desecretato) della stessa agenzia, un vero e proprio manuale di “tecniche di conduzione degli interrogatori”, ovvero di tortura.
Il secondo “doctor shock” è Milton Friedman, economista americano premio Nobel nel 1976 per l’economia. Liberista convinto, è stato più volte definito l’anti-Keynes per il suo rifiuto verso qualsiasi intervento dello Stato nell’economia ed il suo sostegno a favore del libero mercato e della politica del laissez-faire attraverso privatizzazioni, licenziamenti, precarizzazione, mancanza di sindacalizzazione, massima libertà di movimento dei capitali. La teoria liberista si fonda sulla convinzione che il mercato sia in grado di autoregolarsi da sé, se non intervengono forze esterne a cercare di controllarlo come, appunto, le politiche protezionistiche e/o assistenzialistiche degli stati……..
……….A far sposare le due dottrine di Cameron e Friedman e a dare quindi il via a quel modello oggi noto con il nome di “neoliberismo”, furono gli allievi di Friedman con la cosiddetta scuola di Chicago. La loro teoria è semplice e terrificante al tempo stesso: per poter imporre (il termine è quanto mai opportuno) un nuovo corso all’economia di uno stato, smantellando il preesistente, occorre uno “shock” talmente forte da creare una “tabula rasa” nella popolazione; prima che questa si riprenda dallo shock bisogna aver creato un nuovo sistema legislativo finalizzato al cambiamento delle politiche economiche in senso neoliberista e al mantenimento di queste nel tempo.
Nei paesi in via di sviluppo del Sud del mondo però, lo Stato, nella maggior parte dei casi appena liberatosi dal giogo coloniale, nazionalizzava risorse naturali, privatizzava banche ed industrie, redistribuiva la terra al popolo, cercava di avviare insomma una fase di crescita capitalistica attraverso riforme socialiste. Era la cosiddetta “terza via”, che costituiva una minaccia per il liberismo friedmaniano.
Ed è qui che la cronaca della storia si fonde con la teoria economica accademica: mentre i nomi dei grandi dittatori sono noti, non è così per i loro consiglieri economici, i cosiddetti “Chicago Boys”, che indirizzano il potere verso soluzioni di “Shock Economy”. I Chicago Boys guidano fin dalla sua nascita il FMI (Fondo Monetario Internazionale), istituzione creata per favorire la ripresa e lo sviluppo di stati uscenti da gravi crisi economiche, quali appunto quelle che seguono le guerre. Gli aiuti forniti dal FMI sono elargiti solo con garanzia di restituzione del debito, data dalla messa in opera da parte dello stato debitore delle teorie liberiste: privatizzazione, licenziamenti, libertà dei capitali.
La Klein è molto ferma su questo punto: dai desaparecidos in Argentina alle prigioni di Abu Graib in Iraq, la tortura e il terrore non sono fini a se stessi, ma sono un mezzo – lo shock – per raggiungere un fine: le riforme economiche secondo le dottrine neoliberiste. I veri golpe non furono militari, ma economici. Ciò che fu spazzato via non furono solo i diritti civili, ma soprattutto le protezioni/assistenze economico-sociali. Dove non arrivano le dittature, arriva la guerra, come in Iraq: Paul Bremer, governatore americano che doveva guidare la transizione da paese occupato ad un nuovo governo iracheno, aveva un unico mandato: privatizzare, licenziare, liberalizzare il mercato.
Dove non arriva la guerra, arrivano i disastri naturali, come a New Orleans: a seguito dell’uragano Katrina che ha distrutto la città, è stata abbattuta tutta l’edilizia popolare e sono fiorite le speculazioni edilizie; la sanità e la scuola sono state privatizzate invece che ricostruite; agenzie come la Blackwater e la Halliburton guadagnano centinaia di milioni l’anno con “appalti per la sicurezza”. Un altro esempio è il sud dell’Asia post-tsunami, dove interi villaggi di pescatori sono stati distrutti lasciando il posto a lussuosissimi hotel, villaggi vacanza, porti per l’attracco di costosissimi yacht privati. Secondo Naomi Klein, dunque, che si tratti di appoggiare dittature, di fomentare guerre, o di sfruttare le calamità naturali a proprio vantaggio, tutto entra nel medesimo piano: fare soldi.
A tutto questo non c’è rimedio? Si, c’è. Sono le esperienze argentine già narrate dall’autrice nel suo docu-film “The Take”, che mostra come gli operai licenziati, a seguito della crisi e della bancarotta statale, hanno occupato le fabbriche e riavviato la produzione unendosi in cooperative; le lotte in Uruguay contro la privatizzazione dell’acqua; gli ultimi presidenti eletti in Sud America che si stanno opponendo al FMI nazionalizzando le risorse dei propri paesi e creando una organizzazione pan-americana per la mutua assistenza economica; la Spagna di Zapatero che ha ritirato il suo esercito dall’Iraq; la bocciatura francese della costituzione europea, carta nella quale era (ma in parte purtroppo è ancora) prevista lo smantellamento del Welfare State, lo Stato assistenziale.
Tutte situazioni che partono da una presa di coscienza degli individui, che si riscoprono cittadini e attuano spontanee e motivate politiche “dal basso”, per riappropriarsi dei propri diritti e contribuire alla costruzione di un nuovo modello di società.
Loris D’Emilio
L’AUTRICE
Naomi Klein (Montreal, 5 maggio 1970) è una giornalista, scrittrice e attivista canadese. È nota soprattutto per il suo saggio No Logo; come giornalista, ha ricevuto numerosi premi e ha pubblicato su testate prestigiose come “New York Times”, “Los Angeles Times”, “Washington Post”, “Guardian” e “The Nation”. Ha realizzato inchieste ed interviste collaborando con Cnn, Bbc, Pai. Vive e lavora a Toronto.
Shock Economy. L’ascesa del capitalismo dei disastri (Traduzione di Maria Katerinov)
The shock Doctrine, september 2007 Copyright by Klein Lewis Production Ltd. Copyright 2007, RCS Libri SpA Milano
Rizzoli Editore
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