La Dominus Iesus.
Questo articolo è stato già letto1204 volte!
Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede,
su l’unicità e l’universalità salvifica del mistero di Gesù Cristo
e la mediazione salvifica universale della Chiesa.
“Il perenne annuncio missionario della Chiesa viene oggi messo in pericolo da teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso, non solo de facto ma anche de iure (o di principio). Di conseguenza, si ritengono superate verità come, ad esempio, il carattere definitivo e completo della rivelazione di Gesù Cristo, la natura della fede cristiana rispetto alla credenza nelle altre religioni, il carattere ispirato dei libri della Sacra Scrittura, l’unità personale tra il Verbo eterno e Gesù di Nazareth, l’unità dell’economia del Verbo incarnato e dello Spirito Santo, l’unicità e l’universalità salvifica del mistero di Gesù Cristo, la mediazione salvifica universale della Chiesa, l’inseparabilità, pur nella distinzione, tra il Regno di Dio, Regno di Cristo e la Chiesa, la sussistenza nella Chiesa cattolica dell’unica Chiesa di Cristo”.
Così recita il testo del documento citato nel titolo, Dominus Iesus, al n° 4.
Perché questa scelta per l’apertura di questo numero della nostra rivista? Perché da un po’ di tempo, guardandomi un po’ in giro e leggendo qua e là di certe iniziative avviate in comunità più o meno vicine, mi sono detto che “mi sembra che in giro c’è una certa ‘aria protestantica’ nella nostra Chiesa!”. Ma sapete com’è, ho preferito non manifestare quest’idea per non prendere ‘cantonate’. Però ultimamente mi sono reso conto che non sono più solo a pensarla così e qualcuno incomincia a scrivere di idee simili alle mie, ed allora, cari lettori della nostra rivista “Aut Aut”, vi invito a rileggervi questa nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, firmata il 6 agosto 2000, dall’allora prefetto il Card. Joseph Ratzinger, poi divenuto Papa col nome di Benedetto XVI, nella quale si condannano le posizioni erronee, e vi si ribadisce la fede tradizionale della Chiesa cattolica, ma anche per fare una verifica personale di quanto è vissuta e testimoniata la nostra fede cattolica nella società attuale.
Ha scritto un amico su Facebook: «Ci sono sacerdoti che per troppo amore, accolgono tutte le tipologie (gender, gay, separati/risposati, divorziati, persone che nemmeno credono, ma nel momento in cui li devono mettere sulla strada buona del “…vai e non peccare più…” non hanno il coraggio e se la cavano dicendo “basta solo che ti fai la comunione senza troppi vincoli e paranoie…”, e mi chiedo: “forse la Chiesa ha smesso di ascoltare lo Spirito?!”». Un altro amico ha scritto su Facebook, ma quest’altro è teologo moralista: «Bisogna contrastare il processo che le élite angloamericane … hanno innescato, un processo culturale, politico e sociale ben chiaro. Le radici culturali sono quelle protestanti calviniste secolarizzate americane (il successo come segno di una predestinazione positiva, il disprezzo dei poveri, il profitto ad oltranza … l’individualismo e ciò che si può fare va considerato legittimo».
Il Card. Ratzinger, nell’omelia della “Missa Pro Eligendo Romano Pontifice, il 18 aprile 2005, disse: «Quanti venti di dottrina…, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero… La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde… Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie».
Quanto era profetico papa Benedetto! E come è stato lungimirante nel leggere la società e le sue trasformazioni e dotarci di documenti magisteriali, come la Dominus Iesus, capaci di indicarci la strada per un cammino sicuro di fede. Molto in sintesi, cosa afferma questo documento? La sua intenzione di fondo riguarda l’identità della fede cristiana e della Chiesa cattolica, all’interno di un mondo multiconfessionale e multireligioso, pervaso da correnti relativiste e indifferentiste, favorevoli a un pluralismo religioso non solo di fatto, ma anche di diritto. La Dichiarazione presenta l’unicità e universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa. Non insegna dottrine nuove, ma richiama e ribadisce insegnamenti precedenti, evidenziando nel contempo interpretazioni ritenute non corrette di questi insegnamenti stessi.
I testi, già esistenti, che la Dichiarazione ripresenta e interpreta, provengono soprattutto dai documenti del concilio Vaticano Il e dall’enciclica Redemptoris missio, ma sono pure presenti alcuni riferimenti ad altri concili e ad altre encicliche, nonché al Catechismo della Chiesa cattolica. In sostanza, la Dominus Iesus riafferma l’identità cristiana e cattolica in un mondo pervaso da relativismo.
don Giovanni Basile
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.