La Diocesi di Milano raddoppia il numero degli esorcisti
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MILANO – L’arcivescovo Angelo Scola ha raddoppiato il numero degli esorcisti nella diocesi ambrosiana: da 6 sono passati a 12. E in Curia è stato creato un centralino per rispondere a chi chiede e cerca un esorcista. L’iniziativa viene spiegata in un’intervista – pubblicata dal portale chiesadimilano.it, il sito web della diocesi milanese – a monsignor Angelo Mascheroni, vescovo ausiliare e responsabile del Collegio esorcisti dal 1995. Il centralino, spiega il sacerdote, ha lo scopo di rispondere a «un’esigenza raddoppiata». «Giungono molte richieste di nomi, indirizzi e numeri di telefono – spiega – Per questo abbiamo attivato un centralino in Curia dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 17 (tel. 02.8556457).
Chi ha bisogno può chiamare e troverà una persona che smista le segnalazioni sul territorio per evitare alle persone di affrontare lunghi viaggi». Intanto i 12 esorcisti hanno già segnalato giorni, luogo e orari in cui sono disponibili al pubblico: «Ho suggerito loro di tenere la propria agenda e di non lasciarsi sopraffare dal super-lavoro. Bisogna salvare l’incolumità professionale di ciascuno».
MOLTO RARI – «Il ministero fondamentale degli esorcisti – chiarisce ancora monsignor Mascheroni nell’intervista – è quello dell’ascolto e della consolazione, perché arrivano persone disfatte che maledicono il prossimo. Vanno accolti tutti con grande serenità e non bisogna smarrirsi di fronte alle parole che sentono, perché il Signore è sempre più forte del demonio. Però i fenomeni davvero diabolici, almeno secondo la mia esperienza, sono molto rari».
I CASI PIU’ FREQUENTI – Molto più frequenti, invece, altri casi. Per esempio l’inganno da parte di personaggi senza scrupoli: «Chiedo sempre se prima di rivolgersi a un esorcista sono stati da maghi, che magari hanno spillato soldi», spiega mons. Mascheroni.
Altre volte il problema può essere affrontato da un bravo medico: «Chiedo anche se sono andati da specialisti, perché talvolta si tratta di fenomeni mentali, psichici e psichiatrici». E poi ci sono i genitori preoccupati: «Chiamano dicendo che il figlio non va più a scuola, si droga, è ribelle… In quei casi non c’è il demonio, è che a 18 anni i giovani non vogliono più imposizioni». «Poi, se il demonio è davvero presente, il Vangelo ci dice come si è comportato Gesù: pregando, digiunando e amando», conclude il vescovo.
Corriere della sera – Milano
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