La consacrata deve essere madre e non “zitella”!
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La consacrata deve essere madre e non “zitella”! Questa gioia della fecondità spirituale animi la vostra esistenza; siate madri!
I consacrati a Dio non si appartengono più, ma ili sono dell’umanità. Non c’è più niente di nostro, siamo di tutti! Il nostro “sì” a Dio è una parola che nasce dall’amore per l’umanità. A È una consacrazione totale, incondizionata, per sempre a Dio per essere le serve e i servitori dell’umanità. È importante non III dimenticarsi che siamo in viaggio per raggiungere tutta l’umanità, per amare, per amare, per amare… Non ci sarà mai niente che ci possa garantire la gioia, la riuscita, la realizzazione quanto il saper amare, il voler amare, il vivere nell’amore. Allora anche le cose che m. fanno soffrire non sono poi così pesanti se le viviamo nell’amore. La donna di Dio è una donna amante della vita, di tutto quello che è la vita. Noi non siamo delle zitelle o delle donne non sposate; noi siamo sposate con Cristo e quindi diamo la vita, dovunque siamo portiamo Lui che è la vita! Una suora è una donna feconda, sempre gravida, che ha e fa tanti figli.
Perché? Perché la fede genera non solo una famiglia ma un popolo di figli creati dall’amore di Dio, voluti dall’amore di Dio, salvati da quell’Amore, figli » che Lui affida a te. La condizione della donna consacrata, ventiquattr’ore su ventiquattro, è quella di essere sempre pronta a dare la vita, a partorire, con le doglie o senza doglie, il mistero della vita in tutti i suoi meandri misteriosi: dal bambino prima di nascere ai giovani che hanno scelto la morte, dai malati agli anziani… Questo vuoi dire essere una donna consacrata: vivere la maternità del cuore, dell’anima, dello spirito. La nostra sponsalità è a livello universale. Dovunque andiamo abbiamo il dovere e il diritto di amare, di generare vita nella fecondità dell’amore di Dio. Ma se una non è capace di dare un sorriso, un perdono, un aiuto… come fa a dare la vita? È una “vecchia” sterile, altro che consacrata! Se tu non sai amare quella sorella accanto a te o quell’altra, come puoi abbracciare il mondo?
E già che poi diventiamo tristi, abbiamo bisogno di mendicare altri affetti e rincorriamo questa o quella sorella per parlare e per sfogarci. Se sei una donna amante della vita non hai bisogno di andarti a sfogare a destra e a sinistra perché tutto di te, dalle mani alle orecchie, dagli occhi al cuore, dal fegato al pancreas, dalla testa ai piedi… tutto è dono di amore, e se ami vivi una pienezza tale che non hai bisogno di elemosinare i sentimenti degli altri. Tu incomincia ad amare da innamorata, e vivrai la pienezza del cuore! E ricordiamoci che se siamo capaci di amarci, di perdonarci, di ricominciare con rispetto e con amore, saremo anche capaci di essere quello che abbiamo deciso in risposta alla chiamata di Dio: donne spose dell’umanità. E noi siamo capaci di esserlo non perché ce lo siamo meritato, ma perché abbiamo risposto a questa scelta di Dio e Lui ci prende sul serio. Il Signore ha accettato la nostra vita, la nostra offerta, e ci mette nel cuore la capacità di vivere la carità, il servizio, l’amore. Lui ci da i doni per compiere questa missione, non ci “sbatte” lì dicendo: «Vuoi farti suora? Rimani come sei!».
Non possiamo più rimanere come siamo! Dentro di noi ci deve essere sempre un incentivo ad andare oltre e a fare meglio: c’è da camminare per crescere sempre nella qualità della nostra risposta a Dio. Il “sì” che abbiamo detto è un “seme” che deve fruttificare tutti i giorni un po’, e quando ci sono da vivere dei sacrifici, sai che li fai per la crescita di quel “fiore”. Lui ci stima, ci apprezza e sa chi siamo, ci rispetta, ci ama, ci abbraccia, ha fiducia in noi! Ha voluto aver bisogno di noi per guardare negli occhi, per perdonare, per amare, per sacrificarsi… anche per giocare, per dare gioia agli altri, per sorridere. Dio ci ha unite a Lui ed ora agisce attraverso la nostra umanità, la nostra libertà e volontà, ha bisogno della nostra vita! Lui ci rivela il Suo amore e la sua misericordia per gli altri, ce ne rende partecipi e noi diventiamo il
prolungamento dell’amore di Dio, della sua maternità e anche della sua paternità, della sua tenerezza, della sua fermezza, del suo coraggio, della sua fedeltà… Tutte queste qualità le possediamo: adesso dobbiamo tirarle fuori per il bene e per la vita degli altri. Il Signore ci ha detto: “Vai e semina nel cuore degli uomini quello che io sono: speranza, pace, amore, bene”. Allora la suora, la donna consacrata, dove arriva porta gioia e fiducia. Il Signore ha scelto noi non solo per essere “suore”, ma per ridare colore, sapore e luce alla vita di tutti, per sfamare il mondo di speranza.
Madre Elvira Petrozzi
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