La Comunità Cenacolo – Testimonianze
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Pregare per essere Liberi
Vorrei dire in particolare a tutti i ragazzi che sono passati dalla Comunità Cenacolo e che oggi sono fuori, di non lasciarsi rubare la preghiera da niente e da nessuno. Non cercate scuse per non pregare, perché se perdete la preghiera perdete l’amicizia con Gesù e così perdete tutto, perdete il senso della vita.
Com’è stato grande lo Spirito Santo che, fin dall’inizio, ha messo nel cuore di Madre Elvira la certezza che ai ragazzi, che chiedono vita perché hanno sperimentato la morte, bisogna offrire la preghiera e non soltanto altre terapie. Voi sapete che contro la droga ci sono tante terapie e noi le rispettiamo.
Ma ce n’è una che è la regina di tutte le terapie: la preghiera. Madre Elvira, guidata dallo Spirito Santo, ha intuito questo fin dall’inizio: i ragazzi bisogna aiutarli a mettersi in ginocchio. Così troveranno libertà, così troveranno salvezza: in Gesù.
In questi giorni ringraziate lo Spirito Santo che ha messo questa intuizione nel cuore della Comunità e così voi, a poco a poco, avete imparato a pregare; poi avete comunicato la preghiera anche alle vostre famiglie rendendole felici.
Padre Pino Isoardi
Amica dei poveri
Personalmente ringrazio sempre per un momento particolare nella vita della nostra Comunità: il momento in cui la famiglia cominciava a crescere. I giovani iniziavano ad arrivare su questa collina, tutti i martedì aprivamo i cancelli e c’erano decine e decine di ragazziche chiedevano di entrare.
Una casa non bastava più. Abbiamo aperto la prima casa qui vicino a Savigliano, poi la terza ed è poi arrivato un momento in cui Madre Elvira, che era già suora e apparteneva a una famiglia religiosa, si è trovata di fronte ad una scelta impegnativa, sofferta e coraggiosa. C’era un po’ di giusto timore da parte di chi aveva la responsabilità della sua vita, e quindi anche della Comunità.
Dall’altra parte c’erano i giovani che bussavano e ricordo che in quel tempo Elvira soffriva molto. Noi ogni tanto andavamo in cappellina a Saluzzo, di notte e la trovavamo “inchiodata” lì in ginocchio davanti all’Eucaristia. Qualche volta noi ragazzi percepivamo la sua sofferenza interiore: da una parte l’umanità dei giovani che aveva bisogno di salvezza, dall’altra quelle resistenze che però Dio usa per provare che le cose siano vere, autentiche.
Di fronte a delle scelte importanti spesso Madre Elvira si confrontava con Padre Gasparino, uomo di grande preghiera e lui, quella volta, le ha detto una parola per la quale io ringrazio sempre, perché le ha dato una parola di coraggio: «Vai, è giunta l’ora di partire. Dio non può fare qualcosa di nuovo in una struttura vecchia», vecchia non perché non bella, ma perché Dio doveva poter compiere qualcosa di nuovo. Sentirsi confermata e sostenuta le ha così permesso di fare la scelta per cui noi oggi siamo qui: ha scelto i giovani.
Non ha scelto la paura, non ha scelto i calcoli umani, non ha scelto il timore del domani. Ha scelto il coraggio di fidarsi di Dio e di diventare amica dei poveri. E guardate che bello, oggi siamo qui a dire grazie anche a chi in quel momento apparentemente a non ha compreso, ma che invece è stato lo strumento nelle mani di Dio perché quella scelta non fosse “sulle nuvole”, ma fosse autentica, vera, e quindi segnata dal dolore, dalla preghiera, dalla sofferenza, dalla verità.
padre Stefano
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