La bellezza del silenzio
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Ascoltare in silenzio, meditare in silenzio; e allargare il cuore sul mondo, in silenzio; e sentirsi in comunione con tutti i poveri della terra, con tutte le vittime che cadono sotto i colpi dell’ingiustizia e del male: tutte le vittime uccise ogni giorno dal potere sempre impaurito e scontento.
In silenzio. E dire a voce alta solo le preghiere stabilite, ma dirle con la voce di tutti i giusti del mondo; e cantare ciò che si deve cantare; cantare con i santi, con tutta la Chiesa pellegrina e beata: perché è così, è solo così che si devono celebrare i misteri di Dio e dell’uomo.
E cessiamo di fare chiasso, di disturbare lo Spirito Santo; cessiamo di sciupare e di rovinare la grazia, il tempo in cui Dio tenta di salvarci e di salvare il mondo. Cessiamo di avere fretta e di fare il verso dei burattini dagli altari. Chi ha fretta non ci venga: non vada in chiesa! Perché chi non ha tempo per Iddio, non ha tempo neppure per l’uomo.
Varcare la soglia di una chiesa dovrebbe essere come uscire dal tempo e immergersi nell’eterno: ma non per evadere, e fuggire, e alienarsi, ma per caricarsi di Dio, appunto della sua parola, per poi ritornare e magari esplodere. E ruminare dentro il cuore ogni evento, tutto questo scorrere di misteri, che poi sono i misteri che intrecciano tutta la nostra esistenza.
Ruminarli nel silenzio: pregare la parola, mangiare la parola. Come faceva la Vergine che “conservava ogni cosa nel suo cuore”.
Padre David Maria Turoldo
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