Intervista a Nando Bonini, il chitarrista di Vasco Rossi
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Sei diventato famoso per essere stato al fianco di Vasco Rossi per molti anni. Che tipo era Vasco come uomo e come musicista? Vasco è una persona molto sincera con gli altri, considera che nell’ambiente dello spettacolo le doppie facce sono all’ordine del giorno e mantenersi spontanei è molto ma molto difficile, tutto sommato al di la di quello che si pensa, lui è se stesso da sempre nel bene e nel male.
Vasco viene quasi sempre associato all’immagine della “vita spericolata”, quanto c’è di vero in questo? TUTTO! Se per spericolata intendiamo una vita piena di errori voluti e non voluti, di momenti di equilibrio e momenti di squilibrio, certezze e dubbi, coscienza ed incoscienza. Davanti a Dio conduciamo un po’ tutti una Vita Spericolata che ci allontana spesso da Lui non ti sembra?
Cosa gli hai detto quando hai deciso di lasciare per seguire la tua nuova avventura musicale? Non ho deciso di lasciare quel lavoro sta di fatto che continuo a collaborare ai suoi dischi, diciamo che ho lasciato il modo di vivere quell’avventura per continuare a viverla in un’altra maniera.
E lui cosa ti ha risposto? Siete ancora in contatto? Siamo in contatto per realizzare i dischi. Lui non si è mai pronunciato sul mio cambiamento lo farà, non lo farà? Chi può dirlo!!!
Come e perché hai deciso di cambiare? Ci vuoi raccontare come è avvenuta la tua conversione? Dio ha deciso per me! Facendomi rendere conto dei valori che avevo perso, stando a girare vorticosamente su quella giostra piena di attrazioni, che ti portano a perdere il senso del reale e ti fanno credere di essere migliore di tutti. La mia ancora attuale conversione sempre in movimento è cominciata con un dono che Dio mi ha dato fin da quando ero bambino: una forte passione per la musica.
Per avvicinarmi a Se ha usato il mio orgoglio, la mia superbia di musicista “affermato”, trasformando il tutto in Disponibilità, a mettere a disposizione per Lui e per gli altri la mia passione -il mio lavoro-me stesso. Per farla breve, mi commissionarono nel ’95 un musical sulla vita di San Francesco d’Assisi che per prestigio personale (è una storia lunga) ho voluto accettare, ma che poi si è rivelato un fantastico modo per cambiare il mio modo di vedere la Vita e di cominciare a viverla come Dio vuole.
Ci puoi raccontare come vivi oggi il tuo rapporto con Dio?Cerco di riconoscerlo in tutto ciò che faccio, che dico e che vedo da quando apro gli occhi al mattino fino a quando li chiudo, ovviamente con tutte le fatiche che questa ricerca comporta. Cerco di respirare con Lui, anzi ho sempre pensato che anche il nostro respiro sia Lui.
Molti pensano che seguire Dio sia come perdere la libertà, tu cosa ne pensi? Non giudico. anch’io pensavo così e forse in alcune cose più difficili che Dio mi fa vivere penso ancora così, però ho scoperto che essere liberi vuol dire non essere schiavi di ciò che ti porta alla distruzione fisica-mentale–spirituale, io devo vivere la mia vita sereno agli occhi e ai cuori di tutti è così che posso glorificare questo grande dono che mi è stato dato: la vita appunto! Essere costretti dai vizi è quella la vera schiavitù! Non prendermi per moralista, mi raccomando, chi ti scrive non è certo la perfezione in persona! Ma voglio comunicare la bellezza di vivere liberi da tutto ciò che ci abbruttisce.
E’ stata una scelta difficile? Hai trovato delle persone che hanno cercato di farti cambiare idea? Ti sei mai pentito di aver lasciato quel mondo?E’ stato difficile apparentemente perché per un periodo volevo smettere completamente di fare questo mestiere, perché mi mancavano i momenti di gloria ecc…ecc… poi ho visto che non mi era stato tolto niente di quello che mi serviva per proseguire sulla strada ormai tracciata da sempre, dovevo solo aprire gli occhi sulle cose che contavano di più nella vita. Ancora non so perché Dio mi ha aperto gli occhi ma lo ringrazio tantissimo: ho rivisto tante cose della vita come se fosse la prima volta, con gli occhi sgranati di un bimbo! LO STUPORE (continua)
Giancarlo Bolther
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