Incontro di preghiera a Torino – Un grido silenzioso
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Il 25 ottobre, sera, pregheremo la consueta preghiera del 25 nella Chiesa San Giovanni Bosco, in Via Paolo Sarpi n.117 a Torino. Guiderà la preghiera Don Lorenzo Barbay con : S. Rosario, Adorazione, S, Messa e benedizione dei Sacramentali.
Di seguito, potrete leggerel’articolo integrale che ho scritto per esprimere (in qualità di presidente del CAV Monclaieri-Testona) un pensiero sulla giornata pro-aborto del 28 settembre
Con orrore ho appreso che il 28 settembre sarebbe stata indetta una giornata denominata “campagna internazionale in favore del diritto della donna ad un aborto sicuro e depenalizzato” in cui avrebbero partecipato movimenti abortisti di tutto il mondo, i quali avrebbero manifestato pubblicamente per chiedere l’abolizione degli ultimi ostacoli all’aborto libero, tra cui, l’obiezione di coscienza.
Questo nuovo attacco alla vita nascente e al sacro diritto alla libertà di coscienza del personale medico, fatta dalla lobby dell’aborto non può essere supportata con il silenzio, ed in qualità di donna, figlia, madre ed in ultimo da presidente di un Centro Aiuto alla Vita, vorrei dar voce a tante persone che non la pensano così, ma soprattutto, vorrei dar voce a chi voce non ha.
Sono una donna del nostro tempo, mi considero moderna ed emancipata, quindi posso affermare che non mi sento (e come me tante altre donne) svilita o annullata, nell’accogliere una vita. Anzi, penso che il dovere di ogni essere umano (se tale vuole considerarsi) sia proprio quello di tutelare la vita dal suo nascere fino alla sua morte naturale.
Come donna del nostro tempo, vivo le difficoltà, le precarietà e l’insicurezza dei nostri giorni, ma penso che se siamo arrivati a tanto, non è la crisi economica ad averci portati ad un passo dal baratro, bensì la crisi di valori. Come figlia, ringrazio i miei genitori di avermi messa al mondo, e come me so che tutti gli esseri umani la pensano allo stesso modo. Anche le persone che soffrono, anche le persone che vivono qualsiasi livello di povertà o ricchezza, di prova o di tranquillità, perché la vita non è mai statica e si alternano momenti di gioia, tristezza, paura o forza che vale la pena vivere.
Come madre, ringrazio Dio e la mia caparbietà, per avere avuto una figlia (che tutti avrebbero voluto abortissi) e per essere riuscita a non farmi “assordare” dal “sibilo” del mondo che crea l’”illusione” della “facile soluzione” al “problema” creandone uno ancora maggiore che sarà irrisolvibile, accettando così di far nascere mia figlia.
Nel momento stesso in cui un figlio viene concepito, lì regna la vita. Nel momento stesso in cui un figlio viene concepito, quella donna diventa madre… E madre rimarrà sempre: di un figlio vivo (se lo fa nascere) o di un figlio morto, e morto per mano propria, se decide di ucciderlo con l’aborto. Di questa azione la donna non se ne libererà mai.
Questo purtroppo non viene detto, quando si fanno manifestazioni di questo tipo. Questo purtroppo non viene detto, quando si “consiglia” una donna ad abortire. Nei momenti fondamentali della decisione, la donna del tempo moderno, si trova spesso circondata da mille voci “amiche” che le indicano la strada dell’aborto come la strada più semplice da percorrere. Quando però quella donna compie l’azione tanto proposta, viene abbandonata a se stessa ed al suo dolore… Intorno a lei si crea il vuoto e la voragine di quella azione che creerà il buco nero della disperazione. Quella disperazione potrà essere guarita solo attraverso il perdono di Dio a cui la donna potrà rivolgersi e affidarsi per ritrovare se stessa.
Penso che sia arrivato il tempo in cui bisogna prendere delle posizioni ed urlare a voce alta quando si prova lo sdegno di vedere come poche persone prepotenti e con ideologie degradanti, spesso politiche e fasulle, che vogliano condurre il mondo, ove il mondo non vuole andare. La prima via da imboccare e che potrà riportare il mondo ad un livello più umano, è la via dell’amore e della vita.
Che prospettive può avere un’umanità che uccide il proprio futuro? Che speranza possiamo avere nel nostro prossimo, se questo prossimo è lo stesso che uccide il proprio figlio? Io sono certa, che il mondo è ancora bello, e tutti noi dobbiamo crederci, tutti noi, dobbiamo “lavorare” per ripulire questa umanità deturpata facendo ognuno di noi, “piccoli passi possibili” come diceva Chiara Corbella, una bella e giovane madre di 27 anni, morta a Roma il 13 giugno scorso.
La testimonianza di Chiara e di suo marito, sono l’emblema del messaggio che voglio lanciare oggi, attraverso questo articolo. Questi giovani sposi, si sono trovati a fare scelte grandi per la loro vita e per la vita dei loro tre figli: i primi due, Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, vissuti circa una mezz’oretta (perché malformati gravi) e in ultimo Francesco, nato nel maggio del 2011. La scoperta di un carcinoma molto aggressivo alla lingua, all’inizio di quest’ultima gravidanza, dà loro modo di affidarsi sempre più pienamente all’amore di Dio. Da qui la decisione di Chiara ed Enrico di affrontare dolorose chemio e radioterapie, ma solo dopo la nascita di Francesco.
Chiara, subito dopo aver accompagnato alla vita la prima creatura che portava in grembo, e subito dopo averla vista morire per morte naturale, ha detto varie frasi fondamentali per capire la grandezza della maternità che ora vi cito: “non me la sentivo di andare contro di lei, ho sentito che dovevo sostenerla come potevo e non sostituirmi alla sua vita”, “il Signore ha progetti che a volte non comprendiamo”, “Il Signore mette la verità dentro ognuno di noi e non c’è possibilità di fraintenderla”, “Il figlio dona la vita alla madre”, “Se avessi abortito, non penso che avrei ricordato quel giorno come un giorno di festa per essermi liberata di qualcosa, penso che sarebbe stato un momento di sofferenza grande, un momento che cercherei di dimenticare.
Il giorno della nascita di Maria invece, lo ricorderò sempre come uno dei giorni più belli della mia vita”, “Quello che voglio dire alle mamme è che un figlio è un dono e non è una cosa che si può dimenticare”. In ultimo, Chiara ha detto “Siamo nati e non moriremo mai”… Ed è con quest’ultima riflessione che voglio dar voce a chi voce non ha più, riconoscendo in lei, donna e madre che ha dato la vita donando la propria vita, il potere di esprimere un’opinione credibile.
Angela Ciconte
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