Impariamo dal Profeta Giona
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Troviamo che è una sciagura opporsi a Dio, il riferimento principale riguarda i Consacrati ma anche i laici devono riflettere che la mancata osservanza dei Comandamenti causa un distacco da Dio e ci si esclude dai suoi progetti.
Quanto accaduto a Giona non accadrà mai al semplice credente sposato o che vive con i suoi familiari, che si impegna nel proprio stato di vita e si sforza di osservare la Parola di Dio. La vicenda di Giona è un esempio soprattutto per i Consacrati che non obbediscono a Dio ed invece di seguire il Vangelo scelgono la propria volontà.
In Giona vediamo il Profeta che inizialmente si ribella per poi rientrare in sé e decidersi per Dio, comincia a servirlo con coraggio e non teme assolutamente quando il Signore gli ripete per la seconda volta: «“Alzati, và a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico”. Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore».
Qui troviamo la docilità di Giona dopo avere fatto l’esperienza della fuga da Dio e dalla propria coscienza. Si era smarrito…
Nessuno di voi si abbatta se cade o se non riesce a mettere in pratica una virtù, però deve decidersi per riparare, ricominciare, focalizzare il vero senso della vita. È diverso quanto accade a un peccatore incorreggibile. Anche per lunghi anni un peccatore può ribellarsi a Dio e da solo molto difficilmente si potrà convertire. Le preghiere dei familiari e dei conoscenti valgono molto e tutto è possibile.
L’esempio mostrato da Gesù alle folle che Lo pressavano causò maggiore confusione ai presenti, e Lui voleva suscitare una riflessione, perché tre giorni Giona rimase nel ventre del pesce come anche per tre giorni Gesù sarebbe rimasto negli inferi. Dopo la sua crocifissione avrebbero ricordato queste parole.
Gli inferi non sono assolutamente l’inferno, questa è la condanna definitiva del peccatore, segnata dalla sofferenza e dalla disperazione. Gli inferi invece indicano quello che l’Antico Testamento evidenziava come il soggiorno dei morti, in ebraico sheol.
Questa la ragione della citazione di Giona che fa Gesù, sicuramente non compresa dalle folle, ma allo stesso tempo faceva ricordare che alla predicazione del Profeta, diventato coraggioso e fiducioso, la città di Ninive prese sul serio l’annuncio del castigo e si convertì. Leggiamo il testo:
«Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: “Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta”. I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli.
Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere».
Noi ci chiediamo dinanzi alla corruzione di tutta la società: potranno i potenti della Terra ascoltare gli appelli di Gesù e della Madonna, diffusi tramite i veri mistici del mondo, sedersi sulla cenere e pentirsi di tutti i loro misfatti?
No. Non avverrà perché è pronta l’unificazione delle dieci Nazioni che si alleeranno per dare l’avvio al Nuovo Ordine Mondiale!
L’Apocalisse profetizza di queste Nazioni indicate con le dieci corna e vi spiegherò più avanti questi versetti che trascrivo dal Libro.
“Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi” (Ap 12,3).
“Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo” (Ap 13,1).
“Vidi poi salire dalla terra un’altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago” (Ap 13,11).
“L’Angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna” (Ap 17,3).
“Ma l’Angelo mi disse: Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, con sette teste e dieci corna” (Ap 17,7).
“Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un’ora soltanto insieme con la bestia” (Ap 17,12).
“Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco” (Ap 17,16).
Quest’ultima citazione, riguarda la città di Roma. Rileggetela attentamente! Lo ha scritto l’Apostolo San Giovanni!
Padre Giulio M. Scozzaro
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