Impariamo come si fa la meditazione (o orazione mentale)
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Forse anche tu fai parte di quelle anime che potrebbero chiedere: Come potrò meditare, se non ne conosco il modo? Per meditare non si richiedono qualità straordinarie. “Per ben meditare non si ricerca né grande capacità, né talenti, né studio, né grandi ardori, né gusto sensibile sui misteri e sulle verità che si vanno meditando; ma solamente un cuore retto, una buona volontà, che desidera efficacemente la propria salvezza, un’umiltà sincera, che conosce i suoi bisogni. In poche parole: basta avere le qualità di un povero, penetrato intimamente dal sentimento della sua estrema miseria”. Quanto è facile presentarsi a Dio con queste disposizioni! Il motivo, quindi, della tua incapacità è un pretesto qualunque da cui non ti devi far dominare.
(…) Che cos’è la meditazione? Nient’altro che l’esercizio, su qualche verità della fede, delle tre potenze dell’anima: la memoria, l’intelletto, la volontà. Meditare la Passione del Signore è esercitare le tre potenze su qualche punto di essa. La memoria ricorda le sofferenze di Gesù, l’intelletto le considera, la volontà suscita santi affetti e buone risoluzioni. In quante parti si divide? Si può dividere in tre parti: preparazione, meditazione propriamente detta, conclusione.
Preparazione. Consiste nel disporre l’anima a ben meditare. È preparazione remota quando l’anima, qualche tempo prima della meditazione, durante le stesse occupazioni giornaliere, pensa e stabilisce in anticipo il punto da meditare, il frutto che si vuol ricavare, il tempo e il luogo più opportuni per raccogliersi. Molti non riescono a meditare convenientemente perché trascurano questo genere di preparazione. La preparazione prossima è quella che impegna immediatamente prima di considerare il punto prestabilito, e consiste nei seguenti atti: 1) invocazione dello Spirito Santo; 2) atto di fede; 3) atto di umiltà; 4) atto di adorazione; 5) atto di pentimento; 6) atto di preghiera. La preparazione dev’essere breve, proporzionata al tempo che si decide di impiegare nella meditazione. Generalmente basta spendervi cinque o dieci minuti.
Meditazione. È la parte più importante, che dà il nome all’orazione mentale. Qui si mette in azione la memoria, l’intelletto, la volontà.
La memoria ricostruisce quel fatto della Passione che ti sei proposto di meditare, presentando la cosiddetta composizione di luogo. Questo libro ti facilita il compito, offrendoti la possibilità di scegliere i brani della Passione che desideri. Non occorre fermarsi molto: basta rappresentarsi il fatto con le principali circostanze, senza perdersi nelle minuzie descrittive.
L’intelletto, contemplando il fatto che sgorga dalla memoria, matura riflessioni naturali e semplici. È utile, nel meditare la Passione, ricordare le seguenti domande e ascoltare la risposta che viene dalla fede: Chi patisce? Che cosa patisce? Per chi patisce? Come patisce? Esse ti forniranno abbondante materia di riflessione e il tuo intelletto sarà illuminato. Non basta. Dopo esserti concentrato sui dolori di Gesù, devi occupare l’intelletto riflettendo sulla tua condotta in relazione a quello che mediti. Esamina la coscienza, fa l’applicazione a te stesso: “Questa è la parte principale della meditazione: l’applicazione pratica a se stesso di ciò che si medita. Rifletti se sei abituato a regolare i tuoi pensieri, i tuoi giudizi, le tue operazioni sulle verità che mediti”. Qui fermati molto: tutto il tempo impiegato nel conoscere te stesso sarà speso benissimo. Alla luce delle pene del Salvatore da una parte, e delle tue imperfezioni dall’altra, il tuo cuore si sentirà commosso e allora subentrerà la volontà. I primi atti, che sorgono spontanei dalla materia meditata, sono di compassione, di gratitudine, di pentimento, di amore, a cui devono seguire i propositi. In ogni meditazione si formula un proposito generale, di evitare i peccati e i difetti volontari, e uno particolare, il frutto che si intende ricavare dalla meditazione. Perché questo riesca efficace, è bene stabilire nel proposito anche i mezzi a cui ricorrere durante il giorno per mantenerlo. L’omissione di questi mezzi impedisce di mettere in pratica il proposito particolare.Conclusione. La meditazione si avvia alla conclusione, che consiste in un atto di ringraziamento a Dio per le grazie ricevute durante l’orazione, e di preghiera al Signore, alla Madonna, ai Santi Angeli, ai Santi protettori. Chiedi la grazia della fedeltà ai propositi, della perseveranza finale, dell’eterna salvezza. Non dimenticarti mai di pregare per la Santa Madre Chiesa, per i poveri peccatori, per le anime del Purgatorio. Fa’ il segno della croce e recati al tuo lavoro.
ESEMPIO PRATICO
(LA FLAGELLAZIONE DEL SALVATORE)
Preparazione
Remota. Durante la giornata, attendendo alle tue incombenze, recita di tanto in tanto, più con la mente che con le labbra, questa espressione: O Gesù mio, domani mattina, in chiesa, o in casa, nel luogo più appartato e più adatto, voglio meditare la tua flagellazione, e intendo fare il proposito particolare di mortificare i miei sensi. Gesù mio, aiutami a meditare bene. Maria SS., intercedi a tale scopo per me. Angelo mio custode, stammi vicino perché mi prepari adeguatamente. Gesù mio, le tue sofferenze mi spronino a mortificarmi.
Prossima. Nel luogo che hai scelto per la tua meditazione, prendi una posizione né troppo scomoda né troppo comoda, e inizia così: Invocazione dello Spirito Santo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Manda il tuo Spirito e tutto sarà ricreato. E rinnoverai la faccia della terra. Preghiamo. O Dio, che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere del suo conforto. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Atto di fede nella presenza di Dio. Mio Dio, eccomi qui al tuo cospetto per ravvivare la fede nella tua divina presenza. Tu sei qui presente, mi vedi, mi guardi, circondi e penetri tutto il mio essere. Lo credo, mio Dio, più che se ti vedessi coi miei occhi. Sostieni questa mia fede.
Atto di umiliazione. Signore, non sono degno di parlare, di trattare con Te, maestà infinita, alla cui presenza tremano i cieli e la terra. Io sono una misera creatura, macchiata di innumerevoli difetti, meritevole d’essere allontanata per sempre da Te. Mio Dio, arrossisco e mi confondo.
Atto di adorazione. Ti adoro, mio Dio, prostrato davanti a Te. È questo il mio dovere, ma quanto poco so compierlo! Sento perciò il bisogno di unire alle mie adorazioni quelle degli Angeli e dei Santi del cielo. Ti adorino per me.
Atto di pentimento. O Signore, tu non respingi un cuore umiliato e contrito; perciò mi pento delle mancanze commesse. Mi spiace tanto di averti offeso, mio Dio, che vorrei prima esser morto. Perdonami per la tua misericordia.
Atto di preghiera. Signore, col perdono dammi pure la grazia di fare bene questa meditazione, a cui Tu stesso mi chiami. Fammi bene intendere le pene di Gesù nella flagellazione. Maria SS., Angelo mio Custode, S… (si nomini il Santo Protettore) intercedete per me presso Dio.
Meditazione
Composizione di luogo. (È opera della memoria e della fantasia. Per aiutare l’una e l’altra, giova leggere prima quanto è scritto in questo libretto ai numeri 87, 88, 89, 90).
Ecco, anima mia, il tuo Gesù, sottoposto al tormento della flagellazione. Tolto dal cospetto di Pilato, Gesù è condotto al luogo destinato a questo supplizio, spogliato delle sue vesti, legato strettamente per le mani alla bassa colonna. La sua sacra persona rimane curva, e subito i carnefici, armati di crudeli strumenti, li scaricano su di lui con ferocia inaudita. Nessuna parte del corpo rimane intatta dai flagelli: petto, spalle, dorso, fianchi, braccia e gambe vengono orribilmente percossi.
In breve la sua pelle si fa livida, poi si rompe e ne sprizza vivo sangue, che scorre sulla persona divina, intride i flagelli, le vesti dei perfidi esecutori e il terreno. Brandelli di carne si staccano per la violenza dei colpi. In alcuni punti si scoprono le ossa. Gesù stenta a reggersi in piedi, esaurito di forze, e cade immerso nel proprio sangue appena viene slegato.
Riflessione.
(È opera dell’intelletto).
Anima mia, avvicinati ora a Gesù ridotto in quello stato e domanda a te stessa: chi è che così patisce? Un uomo qualunque, un servo, uno schiavo? Dovresti averne pietà, anche se fosse un malfattore. Invece è il Verbo Eterno, la Sapienza del Padre, il Creatore, il Dominatore dell’universo, Dio fatto uomo per essere salvatore, amico, padre, sposo. O Gesù, sei dunque tu quell’uomo disfatto dai flagelli? Che cosa patisce? Getta uno sguardo, anima mia, e rifletti se vi possono essere dolori più atroci. Gesù che è purezza, santità per essenza, si vede vergognosamente spogliato delle vesti; poi, dalla pianta dei piedi fino alla sommità del capo, il suo corpo immacolato viene lacerato e scorticato. Non ha più l’aspetto di un uomo, è una sola piaga, sembra un lebbroso. Gesù mio, come potrò credere che sei il più bello tra i figli degli uomini? E chi può dire quanto soffri nel cuore e nello spirito?
Per chi patisce? Non per sé, non per le colpe che non ha, ma per le colpe dell’umanità intera, di te in particolare. È spogliato con tanta confusione per scontare i peccati di immodestia. È coperto di piaghe per i peccatori disonesti. Il giusto patisce per il peccatore, l’innocente per il colpevole. A te erano dovuti quei flagelli. Riconosci almeno la gravità del peccato impuro.
Come patisce? Con una mansuetudine, con una pazienza che non conosce limiti. Potrebbe facilmente vendicarsi: basterebbe un gesto, un desiderio e i nemici perirebbero tutti. Invece soffre e tace, senza dare il minimo segno di risentimento, lasciando indovinare l’asprezza del dolore dal sangue e dalle piaghe di cui è ricoperto il suo corpo, dalle lacrime che gli scorrono sul volto. Soprattutto soffre con infinita carità. Per l’amore che ti porta sta legato alla colonna e subisce quegli spietati flagelli. Se ti fosse concesso di penetrare nel suo Cuore Divino lo vedresti acceso del desiderio di patire ancora per liberare te dai flagelli dell’ira divina. Ecco come soffre. Rifletti ed esamina la tua condotta. Gesù è quel modello divino che devi ricopiare. Quanto sei dissimile da Lui! Tu fuggi il patire inerente alla condizione umana. Costretto a subirlo, ti lamenti, ti inquieti, di adiri, concepisci sentimenti d’odio, di vendetta. Eppure hai meritato le sofferenze. Ricorda i tuoi peccati e arrossisci. Tu sei la vera causa di quei flagelli, perché ti abbandoni ai piaceri e alla sensualità. Dov’è la tua attenzione per frenare gli istinti disordinati, per mortificare i sensi interni ed esterni, per assoggettare il corpo alla ragione e alla fede? Mio Dio, mi vergogno esaminando la mia coscienza. Come sono diverso da Gesù.
Affetti, propositi. (Sono opera della volontà). Voglio, Gesù mio, mutar vita. Ti dono tutti i miei affetti.
Affetti di compassione. Ti compatisco, caro Gesù, nei tuoi acerbissimi dolori. Poiché non posso offrirti altro, accetta almeno questi miei sentimenti, queste mie lacrime di compassione. Vorrei compatirti come i Santi, Maria Maddalena, la tua stessa Madre.
Affetti di gratitudine. Sii benedetto e ringraziato in eterno, Signore! Le tue piaghe liberano l’anima mia dal peccato, il tuo sangue mi purifica dalle colpe. Non me ne dimenticherò mai.
Affetti di pentimento. Mi pento dei peccati, li detesto. Fossi morto prima di averti offeso. Affetti di amore. Ti amo tanto, Gesù mio, per quello che soffri per me. Il mio povero cuore non conoscerà in avvenire altro amore che il tuo, e spinto da questo dolce amore tutto soffrirò per Te. Come segno della mia sincerità, accetta i miei propositi.
Proposito generale: Prometto di stare attento per evitare non solo qualunque peccato, ma anche qualunque difetto avvertito. Sarò umile, paziente, obbediente, casto.
Proposito particolare. In particolare, o Gesù, ti prometto di mortificare la mia carne. Oggi a pranzo e a cena mi mortificherò due volte nel bere e nel mangiare.
Conclusione
Che cosa ti renderò in cambio, o Signore, per le grazie che mi hai concesso durante questa meditazione?
Atto di ringraziamento: Ti ringrazio di tutto cuore, e voglio che ogni mio respiro sia un continuo atto di ringraziamento. Mi unisco agli Angeli e ai Santi del cielo, e ai giusti di questa terra, e ti offro i ringraziamenti che incessantemente ti fanno. Accettali come se fossero miei.
Atto di preghiera: Riuscirò a mantenere questi sentimenti e questi propositi? Certamente no, se guardo alla mia debolezza. Signore, assistimi e aiutami sempre, ho bisogno di Te. Nel momento del pericolo accresci in me l’orrore del peccato e la forza di evitarlo. Per i tuoi flagelli, per le tue piaghe, salva l’anima mia, converti i peccatori, consola gli afflitti, assisti gli agonizzanti, proteggi i miei parenti e benefattori, dona la pace alla Chiesa, la perseveranza ai giusti. Venga il tuo regno. Ti rendiamo grazie, o Dio Onnipotente, per tutti i tuoi benefici. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
P. Luigi di S. Carlo – Passionista
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